Nessun filtro Instagrampotrà salvarli: la vita patinata degli influencer, fatta di scatti perfetti e contenuti accattivanti, potrebbe avere un prezzo molto alto. Secondo un modello ideato dagli esperti di Casino.org, nel 2050 i creatori di contenuti digitali mostreranno i segni di uno stile di vita usurante, con pelle segnata, gobba e dolori cronici al collo.
Gli specialisti del sito di gioco d’azzardo hanno creato Ava, una rappresentazione digitale che mostra gli effetti a lungo termine della professione più in crescita degli ultimi anni: quella dell’influencer, che conta tra i 30 e i 50 milioni di praticanti nel mondo e cresce del 10-20% ogni anno.
Secondo lo studio, la continua corsa agli algoritmi, la pressione degli standard di bellezza e la produzione costante di contenuti online possono lasciare segni profondi sia sul corpo che sulla mente. Una sorta di moderno “ritratto di Dorian Gray” in versione social media.
L’uso prolungato di smartphone e social media, unito alle lunghe ore passate sotto luci artificiali per foto e dirette, comporterebbe conseguenze fisiche rilevanti. Ava mostra spalle curve, collo piegato in avanti e dolore cronico noto come “tech neck”.
Gli esperti citano studi pubblicati su Interdisciplinary Neurosurgery, secondo i quali l’uso intensivo dello smartphone può portare a posture scorrette del collo e allo sviluppo di disturbi muscolo-scheletrici. La flessione prolungata della testa aumenta il dolore cervicale e favorisce stiramenti muscolari.
Un problema reso ancora più grave dal fatto che, secondo la BBC, molti influencer lavorano fino a 90 ore a settimana, gran parte delle quali trascorse al telefono.
Oltre alla postura, anche la pelle paga un prezzo salato. Secondo Casino.org, Ava soffre di irritazioni, infiammazioni e macchie cutanee dovute all’uso quotidiano di strati di trucco, continui cambi di prodotti cosmetici e esposizione costante a luci LED.
Questo fenomeno è conosciuto come “invecchiamento digitale”: un processo accelerato da luci artificiali e schermi che provoca pigmentazione irregolare, linee sottili e infiammazione cronica.
Le lunghe ore davanti agli schermi contribuiscono anche all’affaticamento visivo. Secondo la ricerca, Ava mostra i sintomi tipici della sindrome da visione al computer: rossore, secchezza oculare, vista offuscata e occhiaie marcate.
Per ridurre il rischio, gli esperti consigliano la regola del 20-20-20: ogni 20 minuti davanti allo schermo, distogliere lo sguardo per 20 secondi verso un punto distante almeno 6 metri.
Il costante bisogno per gli influencer di interazione con i follower e la luce blu degli schermi possono disturbare il ritmo circadiano e favorire la cosiddetta “influencer-somnia”: insonnia causata da adrenalina e iperconnessione.
L’ossessione per la perfezione estetica ha portato molti influencer a ricorrere a filler e ritocchi estetici. Ava presenta guance gonfie, mento appuntito e lineamenti innaturali, effetto di anni di trattamenti eccessivi.
Secondo gli esperti, si tratta di conseguenze legate a fenomeni come la dismorfia da Snapchat e la sindrome del viso a cuscino, che trasformano i tratti in modo artificiale e permanente.
Anche i capelli non sono risparmiati. Extension e styling continui possono causare alopecia da trazione: perdita progressiva dei capelli dovuta alla continua trazione sul cuoio capelluto. La dermatologa Aamna Adel, esperta di alopecia, avverte che questo danno può diventare irreversibile.
Secondo Casino.org, Ava non è soltanto un’immagine concettuale ma un avvertimento concreto sugli effetti a lungo termine dello stile di vita degli influencer. Il messaggio è chiaro: bilanciare l’ambizione, stabilire limiti lavorativi e dare priorità alla salute è fondamentale, perché benessere e longevità contano più di qualsiasi tendenza social.