Il Maestro Bellocchio torna a Venezia con Portobello!
Seguiteci sempre su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp!
A cura di Michele Scarperia
Ecco la nostra recensione dei primi 2 episodi di Portobello, serie TV diretta da Marco Bellocchio
Seguiteci sempre su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp!
A cura di Michele Scarperia
Presentata in anteprima all’82esima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, Portobello è la nuova serie TV  composta da 6 episodi diretta da Marco Bellocchio. Prodotta da HBO è il prodotto televisivo che lancerà la piattaforma streaming dell’emittente inglese in Italia, a partire dal 2026. Ecco la nostra recensione delle prime due puntate.
La serie ricostruisce la vicenda di Enzo Tortora, celebre conduttore televisivo RAI, travolto negli anni 80’ da una clamorosa accusa di associazione camorristica e traffico di droga. Accusa con prove estremamente deboli, ma che lo costrinse in carcere per diverso tempo.
Marco Bellocchio, maestro assoluto del cinema italiano, con questo prodotto si approccia egregiamente per la prima volta alla serialità televisiva contemporanea per raccontare uno spaccato dell’Italia degli anni 80’, usando come pretesto il caso Tortora. Prosegue la sua analisi antropologica del nostro Paese iniziata con Il Traditore, e proseguita con il capolavoro Esterno Notte (che era televisione di un altro stampo), ma in questo caso cambiando il punto di vista.
Se nelle opere prima citate vedevamo i dettagli processuali e tutto il coinvolgimento di ogni protagonista, qui l’occhio accusatorio è quello del popolo italico. Con uno straordinario parallelismo che fa riferimento alla contemporaneità , in questa serie Bellocchio ci mostra indirettamente quello che accade sui social ogni singolo giorno. Le accuse e le cattiverie che vengono sputate addosso ad Enzo Tortora senza alcun fondamento non è nient’altro che la dinamica che si vive sui social network.
Risiede in questo la genialità di un autore che per fortuna non accenna ad invecchiare. Dal punto di vista stilistico è come sempre ineccepibile, eleganza, maestria in ogni inquadratura (in particolare nella prima puntata aiutato da un montaggio alternato perfetto). Ricca di simbolismi efficaci, tra i quali citiamo il pappagallo che scappa come segno di cattivo presagio o la rasatura dei capelli come annullamento della persona. Portobello è la storia dell’Italia, di un paese che idolatra ciò che vede ma al contempo cova invidia e odio sperando ogni giorno che crolli. Un Italia marcia fino al midollo, e non per la malavita.
Attore feticcio di Bellocchio, Fabrizio Gifuni, qui lo troviamo nei panni del protagonista Enzo Tortora. E come nel caso di Aldo Moro in Esterno Notte, riesce a replicare perfettamente la persona aggiungendo quanto basta del suo personaggio. Gifuni lavora di sottrazione, spalle strette, tono di voce basso, occhi che guardano in basso, l’opposto di ciò che porta in scena durante il suo show. Sempre un passo indietro rispetto al suo successo.
Nonostante questo quando inizia a crollare tutto, basta un solo sguardo per capire che è un uomo che riuscirà a tenere la schiena dritta. Al contrario la recitazione di Lino Musella per il suo Giovanni Pandico, che cerca costantemente di mostrarsi intelligente, brillante, per ricevere approvazione da chi gli sta sopra e che mentre Tortora fa successo brucia d’invidia nella sua piccola cella. Ed è questo di cui parla la serie, Pandico è la rappresentazione dell’italiano medio che si eleva a ciò che non sarà mai mentre non riesce a vivere tanta è l’invidia.
E di conseguenza scopre come i media sono l’unica cosa su cui fare leva per un parziale successo personale. Riflessione più attuale che mai. Oltre loro da citare un cast corale ottimo, da Barbara Bobulova e Gianfranco Gallo.
Con Portobello, Bellocchio aggiunge un tassello al grande mosaico di ricostruzione dell’Italia che sta creando. Queste ottime prime due puntate restituiscono al pubblico un episodio che ha segnato il rapporto tra informazione, spettacolo e giustizia, offrendo una ricostruzione che invita a riflettere sui problemi della società contemporanea. Se queste sono le premesse, l’attesa per i prossimi quattro episodi non può che essere elevata.