L’utilizzo di ChatGpt continua a sorprnedere
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Alla fine di giugno 2025, Nathan Smith, un diciassettenne dell’Oklahoma rurale, ha deciso di affidare a ChatGPT la gestione di un portafoglio azionario da appena 100 dollari. Dopo quattro settimane, i risultati hanno stupito analisti e community online: un rendimento del +23,8%, ben al di sopra del Russell 2000 (+3,9%) e dell’ETF biotech XBI (+3,5%) nello stesso periodo. L’esperimento, raccontato da Smith su Reddit, ha rapidamente attirato l’attenzione di piattaforme come Decrypt e Futurism.
Smith, però, mantiene i piedi per terra: non un consiglio d’investimento, ma un test di curiosità personale.
L’idea di Smith è nata per rispondere alle continue pubblicità che promettono investimenti vincenti grazie all’intelligenza artificiale. Per rendere il progetto serio e replicabile, ha imposto a ChatGPT regole rigide: acquistare solo azioni intere di società statunitensi a microcapitalizzazione (sotto i 300 milioni di dollari) e operare una volta a settimana.
Le transazioni venivano eseguite manualmente da ChatGpt, mentre script Python basati su Yahoo Finance monitoravano l’andamento del portafoglio. Smith ha reso tutto trasparente, pubblicando la configurazione su GitHub e aggiornamenti su Substack, permettendo ad altri di seguire o riprodurre l’esperimento. L’IA non ha mai operato in autonomia: Smith ha verificato ogni operazione, correggendo eventuali errori o contraddizioni.
Il segreto del successo è stata la disciplina. ChatGPT ha applicato stop-loss automatici per limitare le perdite e ha mantenuto una gestione prudente del capitale, diversificando il portafoglio con piccole puntate anziché concentrare il rischio.
Tra i titoli selezionati, spicca CADL, che ha generato quasi la metà dei profitti totali. L’uscita anticipata dal titolo — decisa dall’IA — ha permesso di bloccare i guadagni prima di un’inversione negativa, dimostrando una sorprendente consapevolezza del rischio.
Al termine delle quattro settimane, il portafoglio era salito di circa 25 dollari sui 100 iniziali: un risultato notevole rispetto agli indici americani in un periodo così breve.
Smith non si è limitato a misurare i rendimenti assoluti. Ha calcolato indicatori professionali per valutare il rapporto rischio/rendimento della strategia:
- Indice di Sharpe: 0,94 — buono, anche se leggermente sotto la soglia 1, considerata “molto positiva”.
- Rapporto di Sortino: 2,00 — eccellente, segnalando rendimenti elevati con bassa volatilità al ribasso.
Questi dati suggeriscono che l’IA non ha semplicemente “giocato d’azzardo”, ma ha generato profitti ponderati. Tuttavia, un solo mese di trading è insufficiente per trarre conclusioni definitive.
La ricerca accademica conferma la necessità di cautela. Uno studio dell’Università della Florida, pubblicato a inizio 2025, evidenzia che i portafogli creati dall’intelligenza artificiale spesso sovraperformano nei test teorici, ma il vantaggio tende a dissolversi quando vengono applicati in condizioni reali o su larga scala.
Smith stesso invita a non interpretare il suo esperimento come una formula magica per fare soldi in borsa, ma come una dimostrazione concreta di ciò che l’IA può — e non può — fare nel trading.
Che ne pensate?