Secondo quanto riportato dal Washington Post, la Casa Bianca guidata da Donald Trump starebbe valutando un piano denominato Gaza Reconstitution, Economic Acceleration and Transformation (GREAT) che prevede la trasformazione della Striscia di Gaza in un hub turistico e commerciale, con la costruzione di resort di lusso, infrastrutture avanzate e città intelligenti basate sull’intelligenza artificiale.
La proposta prevede l’istituzione di un’amministrazione fiduciaria, controllata dagli Stati Uniti per almeno dieci anni, che gestirebbe i progetti di ricostruzione finanziati da investimenti pubblici e privati per oltre 100 miliardi di dollari. L’intera popolazione di Gaza, circa due milioni di persone, verrebbe temporaneamente trasferita per consentire la realizzazione del progetto.
Per favorire la partenza “volontaria”, ai palestinesi che decidessero di lasciare l’enclave verrebbero offerti:
5.000 dollari in contanti
quattro anni di affitto gratuito in un’altra località
un anno di scorte alimentari
Il piano diTrump prevede inoltre la distribuzione di token digitali ai proprietari terrieri di Gaza, validi per un appartamento di 1.800 piedi quadrati (circa 167 metri quadrati) in una delle nuove città smart, in cambio della cessione dei diritti di proprietà. Secondo le stime, ogni nuovo appartamento costerebbe 75.000 dollari, mentre il fondo risparmierebbe 23.000 dollari per ogni cittadino che decidesse di andarsene rispetto al costo di fornire alloggi temporanei e servizi essenziali a chi restasse nell’enclave.
Le prime operazioni consisterebbero nella rimozione delle macerie, nella bonifica dagli ordigni inesplosi e nella ricostruzione della rete elettrica e dei servizi pubblici. Il 30% del territorio di Gaza, già considerato proprietà pubblica, verrebbe conferito al fondo fiduciario come garanzia per coprire le spese iniziali.
Il progetto di Trump prevede “mega-infrastrutture” finanziate da capitali privati: nuove autostrade, porti, aeroporti, impianti di desalinizzazione e pannelli solari. Tra queste, una nuova strada perimetrale denominata Autostrada MBS, che potrebbe puntare a investimenti dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, anche se non ci sono conferme di un sostegno saudita all’iniziativa.
La costa mediterranea verrebbe trasformata nella cosiddetta Gaza Trump Riviera, con resort di lusso e possibili isole artificiali sul modello di Dubai. Nel centro dell’enclave sorgerebbero nuovi quartieri residenziali, scuole, ospedali e aree verdi, comprese zone agricole e campi da golf. L’est della Striscia diventerebbe un polo industriale con stabilimenti per la produzione di veicoli elettrici e centri dati.
Il piano non richiederebbe finanziamenti diretti dal governo USA e non si baserebbe su donazioni. Gli Stati Uniti avrebbero autorità amministrativa su Gaza in accordo con Israele, con l’obiettivo di trasformare il fondo in un’istituzione multilaterale man mano che aumentano gli investimenti esteri.
Israele conserverebbe diritti prioritari per esigenze di sicurezza nel primo anno, mentre la sicurezza interna sarebbe gestita inizialmente da cittadini di paesi terzi e società militari private, per poi passare gradualmente sotto il controllo di una polizia locale.
Secondo i promotori, il progetto garantirebbe un ritorno quadruplicato su un investimento di 100 miliardi di dollari entro dieci anni, generando flussi di entrate continui e autonomi.