Christopher Nolan alle Eolie: scheletri di scena nei fondali

Durante le riprese dell'Odissea di Nolan a Lipari emergono scheletri di plastica in mare: polemiche sull’impatto ambientale del film

nolan, lipari
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Il nuovo film di Nolan scatena la polemica in Sicilia

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Le isole Eolie, paradiso naturale e set sempre più ambito dalle grandi produzioni, finiscono di nuovo al centro di una polemica. Stavolta a essere chiamato in causa — seppur indirettamente — è il regista Christopher Nolan, che a maggio ha girato a Lipari il kolossal Odissea in uscita la prossima primavera. Nei fondali di Pietra Bagno sono stati ritrovati due scheletri di plastica, presunti resti di scena, che hanno inizialmente fatto temere un crimine o un naufragio recente.

Durante un’immersione a circa 18 metri di profondità nei pressi di Pietra Bagno, sull’isola di Lipari, un gruppo di sub catanesi ha infatti avvistato due figure scheletriche adagiate sul fondale. In un primo momento si è temuto il peggio: il ricordo dei naufragi dell’anno precedente, con il rinvenimento di cinque corpi, era ancora vivo. L’intervento immediato della Capitaneria di Porto di Lipari ha chiarito l’equivoco: non resti umani, ma manichini e scheletri di plastica, probabilmente attrezzature utilizzate durante le riprese del kolossal di Nolan.

 
 
 
 
 
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Secondo le prime ricostruzioni, il materiale sarebbe stato abbandonato oppure scivolato accidentalmente nei fondali durante la lavorazione del film. La Capitaneria sta completando i rilievi e valuterà se inviare un fascicolo alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto in caso di violazioni penali. Nel frattempo, alla società che ha fornito supporto logistico alle riprese è già stata elevata una sanzione di circa mille euro, prontamente saldata. La stessa produzione avrebbe inviato una squadra di sub per ripulire l’area.

Il caso di Pietra Bagno relativo al film di Nolan non arriva isolato. Tre anni fa, nel maggio 2022, un incendio devastante alle pendici dello Stromboli — innescato durante le riprese della fiction Rai “Sempre al tuo fianco” — distrusse un’ampia porzione di macchia mediterranea. Quello che doveva essere un fuoco controllato sfuggì di mano a causa del forte vento di Scirocco, trasformandosi in una notte di fiamme che ridusse in cenere il “polmone verde” dell’isola.

Il procedimento penale legato a quell’incendio si è concluso di recente con quattro patteggiamenti: multa complessiva di circa 91mila euro e risarcimento da 800mila euro destinato a Comune di Lipari, Protezione civile, assessorato regionale al Territorio e ministero per l’Energia. Restano ancora pendenti le cause civili per i risarcimenti richiesti dai privati.

In un primo momento la fiction Rai non avrebbe dovuto andare in onda per rispetto verso la popolazione locale, ma la direzione della rete ha poi deciso di trasmetterla nonostante le forti proteste degli abitanti.

L’episodio di Lipari ha riaperto il dibattito: come bilanciare le esigenze delle grandi produzioni cinematografiche con la protezione di un arcipelago unico al mondo? Negli ultimi anni le Eolie sono diventate set privilegiato per film e serie TV, ma gli errori — volontari o meno — possono avere un impatto concreto su un ecosistema tanto fragile.

Anche stavolta, la Capitaneria di Porto ha avviato accertamenti e sembrerebbe pronta a diffidare la società di produzione affinché vengano rimossi eventuali altri residui dai fondali. Dal canto loro, i responsabili del film hanno comunicato di non avere nulla a che fare con il ritrovamento degli scheletri, chiarendo che Christopher Nolan non avrebbe lasciato alcuno “scheletro nell’armadio” alle Eolie.