La cronaca nera italiana torna al centro della scena internazionale grazie a Netflix, che ha deciso di affrontare uno dei casi più inquietanti del nostro Paese: quello del cosiddetto Mostro di Firenze. Con Il Mostro in arrivo il 22 ottobre 2025, la piattaforma di streaming sceglie di raccontare una vicenda che ancora oggi genera timore e dibattito, affidandola alla regia di Stefano Sollima, noto per aver firmato progetti di respiro globale come Suburra e Sicario.
La serie – prodotta da The Apartment (Fremantle) e AlterEgo con Lorenzo Mieli, Stefano Sollima e Gina Gardini – si compone di quattro episodi e sarà presentata in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia. Il cast riunisce volti emergenti come Marco Bullitta, Valentino Mannias, Francesca Olia, Liliana Bottone, Giacomo Fadda, Antonio Tintis e Giordano Mannu.
L’uscita segna una duplice ricorrenza: da un lato, i dieci anni di attività di Netflix in Italia; dall’altro, il ritorno di Sollima al crime d’autore più duro e implacabile.
La produzione non si limita a rievocare la serie di otto duplici omicidi compiuti nell’arco di diciassette anni, tutti collegati da un dettaglio agghiacciante: l’uso della stessa Beretta calibro 22. Il regista e lo sceneggiatore Stefano Bises Fasoli scavano tra verbali, atti processuali e testimonianze dirette, per restituire le molte piste, i depistaggi e i sospetti che hanno reso l’inchiesta la più lunga e controversa d’Italia.
Piuttosto che offrire una ricostruzione storica ordinata e rassicurante, Il Mostro si muove sul terreno instabile della percezione degli indagati. Lo spettatore viene condotto nei corridoi bui della giustizia e del giudizio pubblico, costretto a guardare attraverso gli occhi di chi è stato sospettato, isolato e marchiato per anni. È un racconto corale, dove il concetto di colpevolezza diventa sfuggente e il “mostro” assume volti molteplici.
Il trailer ufficiale, diffuso poche settimane dopo un primo sguardo in anteprima, conferma l’approccio visivo e narrativo di Sollima: campi lunghi immersi nella campagna toscana, toni cupi, tensione costante e volti segnati dal sospetto. La serie promette di superare i confini del semplice genere crime, trasformandosi in un’indagine sul significato stesso di mostruosità e paura collettiva.
A quarant’anni dagli omicidi, il mistero resta insoluto. Netflix non fa nulla per attenuarne la brutalità, anzi rilancia l’impatto crudo di quei fatti: «Tutto terribilmente vero», si legge nella sinossi ufficiale.