Pupo ricorda Baudo: “Grazie per non aver creduto in me”

Sui social Pupo ha ricordato in modo decisamente amaro Pippo Baudo scatenando la polemica

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Le parole di Pupo fanno discutere

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La scomparsa di Pippo Baudo ha lasciato un vuoto enorme nel mondo dello spettacolo italiano. Presentatore simbolo di un’epoca, talent scout senza rivali e autentico protagonista della televisione, Baudo è stato ricordato da centinaia di colleghi, artisti e amici, che hanno reso omaggio alla sua figura con parole di affetto e gratitudine. Tra queste voci, spicca quella di Pupo, che ha scelto di condividere un ricordo personale sincero, lontano dalla retorica e sorprendentemente controcorrente.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da The Real Pupo (@enzoghinazzi)

La scomparsa di Pippo Baudo ha generato un’infinità di post e commenti – scrive Pupo. Tantissimi artisti e addetti ai lavori hanno tirato fuori dall’album dei loro ricordi foto e pensieri per rendere omaggio a questo grandissimo personaggio. Naturalmente, come sempre accade in questi casi, nessuno è andato fuori dal coro dell’apologia.

Anche io, che non ho mai fatto parte di nessun coro, desidero comunque salutare e ringraziare Pippo Baudo per tutto ciò che ha fatto per la musica italiana ma, soprattutto, desidero ringraziarlo per non avermi mai considerato e aiutato. Ricordo quando mi disse che gli stavo antipatico e, soprattutto, gli stava antipatico il mio nome d’arte: Pupo.

Il più grande Talent Scout di tutti i tempi aveva sentenziato già negli anni 80, la mia fine. Ci rimasi malissimo, ma non mi buttai giù, anzi, mi rimboccai le maniche e ricominciai a combattere. Grazie Pippo, senza di te, probabilmente, non avrei mai trovato quella tenacia e quella forza di reagire che oggi mi permettono di festeggiare i 50 anni di carriera e di essere sempre un “Pupo”. Che la terra ti sia lieve grandissimo uomo e monumentale artista.

Parole che raccontano non solo un rapporto complesso, ma anche la capacità di trasformare una delusione in forza creativa. Pupo, oggi al traguardo dei cinquant’anni di carriera, riconosce a Baudo il merito di averlo inconsapevolmente spronato a non mollare, dimostrando che la grandezza di un artista può nascere anche dall’opposizione e dalla sfida.

Che ne pensate?