Pirati dei Caraibi: la classifica dei film della saga, dal peggiore al migliore [LISTA]

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Quali sono i vostri film preferiti nella saga di Pirati dei Caraibi con Johnny Depp? Ecco la nostra lista!

Negli ultimi mesi le voci su un possibile ritorno di Johnny Depp nei panni di Jack Sparrow per il sesto capitolo della saga di Pirati dei Caraibi hanno riacceso l’entusiasmo dei fan. Che si tratti di indiscrezioni o di un vero preludio ad una nuova avventura nei mari dei Caraibi, l’idea di rivedere sul grande schermo il capitano più irriverente ed imprevedibile della Disney è bastata a riportare la saga al centro del dibattito.

In attesa di capire se davvero salperemo di nuovo insieme a lui, abbiamo deciso di stilare una classifica dei film di Pirati dei Caraibi. Un viaggio tra capolavori e cadute di stile, per scoprire quali hanno lasciato il segno e quali invece meritano una revisione con occhi più critici. Avventuriamoci nella classifica dal peggiore al migliore dei 5 film della saga tratta dalla celebre attrazione di Disneyland:

5-Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar (2017) di Joachim Ronning e Espen Sandberg

Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar è senza dubbio il punto più basso della saga, ci passa solo una posizione tra questo e quello che troveremo successivamente solo perché i film sono 5, ma c’è un abisso tra quest’opera e le altre quattro. Un lungometraggio pigro, che non ha nulla da dire e che arriva addirittura a sconfessare quanto costruito nei capitoli precedenti: dalla bussola di Jack, fino alle intere caratterizzazione dei personaggi.

Lo stesso Jack Sparrow è ridotto a caricatura di sé stesso, perennemente ubriaco e interpretato da un Johnny Depp visibilmente svogliato, mentre il Barbossa di Geoffrey Rush perde completamente la forza e il carisma che lo avevano reso iconico. Anche Salazar, che sulla carta poteva essere un antagonista interessante vista la scelta di Javier Bardem e una back story interessante, finisce per diventare una macchietta priva di spessore.

I due giovani protagonisti, pensati come eredi della vecchia guardia, risultano anonimi e inutili, incapaci di reggere la narrazione. A fine film si fa fatica a ricordarne i nomi. La storia presentata è blanda, e la presenza di un elemento magico così potente come il Tridente crea crateri di sceneggiatura nell’intera saga. Un film dove non c’è nulla da salvare, confezionato per tirare la corda dal punto di vista degli incassi, e che si rivelò una delusione anche sotto quel punto di vista confermando così l’esaurimento di una saga che un tempo aveva fatto sognare.

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4-Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo (2007) di Gore Verbinski

Al quarto posto, a sorpresa, mettiamo Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo. Una scelta che farà discutere, lo sappiamo, molti si aspettavano altri titoli qui ma proprio per questo vogliamo lanciare una provocazione che induca ad una revisione del film con uno sguardo più critico.

Perché da un lato è un’opera incredibile, tra le più epiche viste sul grande schermo: la battaglia finale resta da brividi, perfetta sotto ogni punto di vista, dalla regia alla colonna sonora passando per gli effetti visivi; lo sviluppo di alcuni personaggi è ottimo, Elizabeth di Keira Knightley su tutti, finalmente emancipata e qui quasi vera e propria protagonista; senza dimenticare l’entrata in scena di Sao Feng capace di imporsi da subito grazie alla sua presenza scenica o l’inizio dell’opera crudo e spiazzante con l’impiccagione di un bambino, al tempo impensabile per la Disney.

Ma dall’altro lato per tutti questi grandi pregi, i difetti sono altrettanti e pesano parecchio. Il film porta il fardello di essere la seconda parte di un piccolo capolavoro e non riesce mai ad esserne all’altezza: l’intera sequenza di Jack nell’aldilà è lunga, ripetitiva e stucchevole. Lo stesso Jack appare già più macchietta. Davy Jones, straordinario nel film precedente, qui viene svilito fino a diventare il cagnolino di Beckett (villain senza dubbio molto meno interessante). Completamente sbagliata anche la gestione di Tia Dalma/Calypso

E non si può non menzionare la criminale uccisione off screen del Kraken, un vero tradimento nei confronti dei fan visto il finale della pellicola prima. Ai Confini del Mondo è quindi un’opera tanto imperfetta quanto epica e memorabile, ricordato forse più per l’emozione che regalava al pubblico che per il suo effettivo valore narrativo. Ed è proprio per questo che merita di essere rivisto e discusso, con occhi meno nostalgici e più critici.

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3-Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare (2011) di Rob Marshall

Il quarto capitolo della saga di Pirati di Caraibi è stato a lungo considerato il più debole, schiacciato dal peso della trilogia originale e dall’assenza di figura amate come Will (Orlando Bloom) ed Elizabeth (Keira Knightley). In realtà, Oltre i confini del mare, è un film che merita una rivalutazione, forse meno riuscito del precedente Ai confini del mondo ma proprio perché non si porta dietro l’aspettativa di essere la continuazione diretta di un capolavoro, riesce a trovare una dimensione autonoma.

La storia della Fonte della Giovinezza si inserisce perfettamente nella poetica della saga, da sempre legata al mito delle leggende marine. Le sirene, i rituali e il fascino oscuro del mito, arricchiscono l’universo piratesco con nuove sfumature. Ottimi anche i personaggi introdotti: l’Angelica di Penelope Cruz è una femme fatale indipendente magnetica, in perfetta sintonia con Depp. Il Barbanera di Ian McShane è un’antagonista molto buono, minaccioso come pochi grazie alla sua nave e spada.

La rilettura di Barbossa, che nel finale torna alle sue radici, regala un colpo di scena riuscito e la collaborazione con Jack aggiunge tensione e divertimento. Da non dimenticare l’arrivo degli spagnoli alla Fonte, una sequenza epica e sorprendente. Certo, i difetti non mancano: i personaggi secondari deboli, la sottorama tra la sirena e il pastore lasciata a metà e un Jack Sparrow che brilla solo in relazione ad Angelica. Inoltre il “mare” stesso ha meno centralità rispetto ai precedenti. Eppure al netto di tutto, si tratta di un film ingiustamente bistrattato, che conserva l’anima della saga e merita una seconda visione con occhi più indulgenti. Per tutto questo lo troviamo al terzo posto.

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2-Pirati dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma (2006) di Gore Verbinski

Il secondo film della saga, La maledizione del forziere fantasma, è forse il punto più alto raggiunto da Pirati dei Caraibi. Il suo unico vero difetto è quello di essere concepito come la prima parte di un dittico, il finale sospeso rimanda Ai confini del mondo, che purtroppo non riesce a mantenere la stessa qualità. Ma preso singolarmente rimane un’opera incredibile.

Qui troviamo probabilmente il miglior Jack Sparrow, brillante, carismatico, assolutamente iconico, capace di reggere momenti indimenticabili come la sequenza nel villaggio dei cannibali. Viene introdotto Davy Jones, interpretato da un monumentale Bill Nighy e reso con una Cgi ancora oggi stupefacente: un villain che incute terrore ma allo stesso tempo dotato di una back story tragica e potente, accompagnato dal maestoso Olandese Volante e dalla sua mostruosa ciurma.

Il triangolo Jack-Will-Norrington funziona alla perfezione. L’alchimia tra i tre esplode nella memorabile battaglia per il forziere, quasi metafora della battaglia per il cuore di Elizabeth, con il combattimento sulla ruota che rimane tra le scene action più memorabili della saga. Elizabeth dal canto suo, inizia un percorso di emancipazione fondamentale, che si concretizza in un finale in cui assume un ruolo cruciale e inatteso.  Un film pressoché privo di difetti, se non per quella chiusura “mozza”. Per molti rimane il vero capolavoro della saga, in grado di contendersi senza problemi il primo posto con il capitolo originale.

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1. Pirati dei Caraibi: La Maledizione della prima luna (2003) di Gore Verbinski

Eccoci al primo storico capitolo di Pirati dei Caraibi, il film che trasformò un’attrazione di un parco Disney in un’avventura epica, ironica e rivoluzionaria per il cinema d’intrattenimento. Gore Verbinski riuscì a mescolare azione, umorismo, atmosfere gotiche e avventure classiche, creando un’opera che ha ridefinito il genere piratesco. L’interpretazione di Johnny Depp che inventa Jack Sparrow è iconica, ribalta i canoni dell’eroe classico.

Tanto memorabile da segnare in negativo la carriera dello stesso attore che da qui in poi interpretò con lo stesso registro attoriale ogni personaggio. Orlando Bloom, qui al suo massimo, e Keira Knightley incarnano alla perfezione l’eroe romanrico e la giovane donna determinata. Mentre Goeffrey Rush porta su schermo il miglior Barbossa mai visto, tanto tragico quanto ironico, protagonista di un monologo da Oscar.

Il film stupì per l’uso magistrale degli effetti visivi e speciali, le trasformazioni in scheletri della ciurma sono tutt’ora perfette. La colonna sonora di Hans Zimmer, ha regalato un tema orchestrale divenuto tra i più memorabili della storia del cinema. L’opera non solo conquistò il pubblico, ma ottenne successo unanime anche dalla critica, testimoniato dalle 5 nomintation ai premi Oscar (Miglior attore Depp, miglior trucco, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, migliori effetti speciali). 

In definitiva questo film ha riportato in auge il genere piratesco, regalato al cinema uno dei personaggi più iconici della storia del cinema e dimostrato che anche un’idea apparentemente minore (basare un film su un attrazione) poteva divenire un cut assoluto, grazie a creatività, ironia e spettacolarità.

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A cura di Michele Scarperia

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