Alien: Pianeta Terra parte benissimo come serie spin-off della saga horror / sci-fi, con un nuovo gruppo di protagonisti e minacce dallo spazio inimmaginabili. Ecco cosa ce ne è parso dei primi due episodi della serie, usciti su Disney+
Alien: Pianeta Terra (Alien: Earth) è la nuova serie spin-off e prequel del franchise amatissimo lanciato da Ridley Scott con il suo film cult del 1979 e recentemente risorto a nuova vita con Alien: Romulus. Stavolta, come preannuncia il titolo, il pericoloso xenomorfogiunge sulla Terra e per giunta non è solo.
La premessa è infatti quella di una nave della famigerata compagnia Weyland-Yutani che ha raccolto per lo spazio non solo esemplari di xenomorfo ma anche di altre specie aliene altrettanto – se non più – pericolose. La nave si schianta sulla Terra e mette in pericolo sopravvissuti e squadre di salvataggio accorse.
Ma la serie si concentra anche molto sui protagonisti: alcuni “bimbi sperduti”, come nella fiaba di Peter Pan – la protagonista (Sydney Chandler) si chiama Wendy – che da malati terminati sono stati trasferiti nei corpi di esseri sintetici, in un rivoluzionario esperimento voluto dal magnate hi-tech e giovane prodigio Boy Kavalier (Samuel Blenkin), a capo di un’altra multinazionale, la Prodigy.
Wendy corre a salvare il fratello perduto, Joe (l’amato Alex Lawther di The End of the Fucking World), che come medico si trova in una squadra di soccorso. I sintetici vengono spediti sul campo mentre lo xenomorfo e le altre creature della nave/zoo seminano il terrore nel relitto della nave e nel palazzo in cui è andata a schiantarsi.
Seguendo la linea filosofica di Prometheus e di Covenant, la serie riflette molto sull’evoluzione delle specie, sulle differenze tra umani e intelligenze artificiali – tema più che mai attuale – e su chi, nel nostro universo, potrebbe essere il “pesce grande” che mangia il “pesce piccolo”. Anche il tema dell’amore fraterno e dell’umanità negli esseri artificiali, ripreso da Romulus, viene molto approfondito.
Il tutto senza farsi mancare una critica sempre più decisa verso la natura corrotta di un mondo controllato da multinazionali in cui tutti – esseri umani e robot – sono spendibili nel nome del capitale o di qualcosa di ancor più meschino ed egomaniaco: Boy Kavalier ammette che lo scopo ultimo delle sue ricerche è solo quello di avere, finalmente, “una conversazione intelligente” con un essere superiore.
Tra elementi sci-fi ed horror ben bilanciati la serie riprende in parte i motivi slasher del primo film, in parte quelli action/militareschi del secondo e introduce nuovi imprevedibili pericoli senza nome che creano situazioni complesse e avventurose. I personaggi sono intrappolati in un incubo e c’è da scommettere che il peggio debba ancora venire.
Con i suoi primi due episodi Alien: Earth segue la buona linea di rilancio del franchise già iniziata da Fede Alvarez, intervallando riflessioni profonde a momenti di tensione e non risparmiando il gore ma sempre ponendosi ben al di sopra del prodotto horror/sci-fi medio. Sarà la serie dell’estate? Non vediamo l’ora di poter dare una risposta definitiva.