Alessandro Gassmann: “Spiagge vuote? Abbassate i prezzi”

Ombrelloni vuoti e prezzi alle stelle. Alessandro Gassmann critica i gestori: “Abbassate i prezzi”

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Il post di Alessandro Gassmann accende la polemica

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Molti stabilimenti lamentano incassi in calo e consumi ridotti ai minimi termini. Le spiagge si riempiono solo la domenica, mentre dal lunedì al sabato regna la tranquillità. Un fenomeno che, secondo diversi osservatori, riflette la ridotta capacità di spesa delle famiglie italiane e un rallentamento del turismo internazionale.

Il dibattito, però, non si ferma ai dati. Anche personaggi noti come Alessandro Gassmann intervengono nella discussione, puntando il dito direttamente contro i prezzi praticati dai gestori.

 
 
 
 
 
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Cari amici gestori – scrive Alessandro Gassmann in un provocatorio post su Instagram con il sottofondo della canzone cult dei Righeira L’estate sta finendo – Leggo che la stagione non sta andando bene bene. Secondo voi perché? Forse avete un po’ esagerato con i prezzi e la situazione economica del paese spinge gli italiani a scegliere una spiaggia libera? Abbassate i prezzi e le cose, forse, andranno meglio. Capito come?

Fabrizio Licordari, presidente nazionale di Assobalneari Italia – Federturismo Confindustria, fotografa così la situazione:

E’ ormai evidente lungo tutta la costa italiana: le spiagge sono affollate soltanto la domenica, mentre per il resto della settimana risultano spesso semideserte.

Un segnale chiaro che conferma il difficile momento economico che vivono le famiglie italiane e il calo generalizzato del turismo, anche straniero. Secondo una stima condivisa da molti operatori del settore la stagione balneare 2025 sta registrando una contrazione tra il 20% e il 30% rispetto agli anni precedenti, sia in termini di presenze che di consumi.

I servizi di somministrazione (bar, ristoranti, noleggio attrezzature) subiscono un calo importante, con consumi ridotti al minimo. L’unica giornata che registra afflusso è la domenica, dove si concentra un turismo ‘mordi e fuggi’ che non riesce a sostenere economicamente il settore. Il fenomeno è figlio di una condizione economica molto critica.

Il caro vita, tra bollette, affitti, carburante, mutui, generi alimentari, colpisce direttamente il potere d’acquisto delle famiglie. Anche in presenza di due stipendi, molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese. In queste condizioni, è naturale che le prime spese a essere ridotte siano quelle per svago, divertimento e vacanze. E anche il turismo straniero, soprattutto europeo, sta rallentando, influenzato da uno scenario internazionale instabile, con due conflitti in corso, nuove tensioni commerciali e incertezze economiche che riducono la propensione a viaggiare”, avverte.

A replicare alle lamentele dei balneari è Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che si pone su una posizione simile a quella di Alessandro Gassmann:

Assobalneari si lamenta del fatto che le spiagge sono affollate soltanto la domenica, mentre per il resto della settimana risultano spesso semideserte. È la legge del contrappasso! Tra le ragioni della mancanza di turisti, infatti, c’è anche quella del caro spiaggia.Certo la ragione principale è quella del carovita in generale, che ha colpito soprattutto le spese obbligate.

Ovvio che se per mangiare e bere, dati i prezzi dei prodotti alimentari decollati a luglio del 4,1%, oggi una famiglia media spende 259 euro in più su base annua, mentre gli stipendi sono rimasti al palo, difficile che poi resti qualcosa per le spese voluttuarie. Ricordiamo che secondo l’Istat il 32,3% della famiglie non può permettersi una settimana di ferie in un anno.

Ma anche il caro vacanze ha contribuito a ridurre l’affollamento degli stabilimenti balneari o a cercare spiagge libere invece che a pagamento. Gli stabilimenti balneari, piscine e palestre a luglio sono rincarati in appena un mese del 3,7%, collocandosi al sesto posto della top ten dei rialzi congiunturali. Un dato che va di pari passo con i rialzi dei villaggi vacanza, +15,7% o dei pacchetti vacanza, al primo posto con un astronomico +16,1%

Anche il Codacons interviene con toni duri:

Sulle spiagge vuote registrate a luglio in Italia assistiamo in queste ore a ‘lacrime di coccodrillo’ da parte dei gestori degli stabilimenti balneari. Come ci dice l’Istat, dal 2019 ad oggi le tariffe dei servizi quali lidi e piscine sono aumentate complessivamente del 32,7%, rendendo una giornata al mare sempre più un salasso per le famiglie, al punto che molte, come dimostrano i dati dei balneari, rinunciano del tutto alle spiagge a pagamento

Per capire i livelli record raggiunti dai lidi ubicati sul nostro territorio, basti pensare che per la ‘tenda imperiale’ del Twiga in Versilia la spesa raggiunge i 1.500 euro al giorno, 600 euro la tenda normale. Al Cinque Vele Beach Club di Pescoluse (Le) chi prenota oggi per la data del 16 agosto presso la zona ”exclusive” spende 940 euro optando per la formula con possibilità di rimborso se si annulla la prenotazione entro 30 giorni dall’arrivo.

All’Augustus Hotel di Forte dei Marmi la spesa per una postazione davanti al mare ad agosto è di 560 euro al giorno, e dà diritto a 2 lettini singoli, uno matrimoniale, 2 sdraio, teli e cassaforte. Al Nikki Beach Costa Smeralda la formula ‘Letto da spiaggia + divano’ (lettini da spiaggia matrimoniali con un divano a due posti e un ombrellone) costa 550 euro al giorno, e include un credito di 230 euro utilizzabile sul menu (ma con servizio di bottiglia ridotto); 450 euro la cabana sulla spiaggia, 400 euro due lettini e ombrellone, tutti con credito da 230 euro incluso.

Per una giornata al mare nella spiaggia del prestigioso Hotel Excelsior del Lido di Venezia, la spesa per una capanna in prima fila è di 515 euro (con 2 sdraio, lettino con materasso, tavolo con posti a sedere e altri benefit)

Che ne pensate di queste parole di Alessandro Gassman?