Pink Flamingos è uno di quei film che non si può dimenticare una volta visto
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Nel corso della storia del cinema, non sono mancati film censurati o vietati per motivi politici, religiosi o per contenuti ritenuti eccessivamente grafici. Tuttavia, pochi titoli hanno suscitato lo stesso livello di scandalo e repulsione quanto Pink Flamingos, un’opera del regista John Waters che ha lasciato un segno indelebile nella cultura cinematografica underground per la sua rappresentazione esplicita e volutamente provocatoria della devianza.
Il film, ritenuto così controverso da essere vietato in quattro paesi, è noto per contenere atti sessuali non simulati, tra cui una scena particolarmente disturbante che ha alimentato l’indignazione generale: un rapporto orale non simulato tra la protagonista e il figlio (sullo schermo), pur non essendoci alcuna relazione reale di parentela tra gli attori coinvolti. L’elemento dell’incesto simulato ha contribuito a rendere il film uno dei più scioccanti della storia del cinema indipendente.
Non è la prima volta che un film viene censurato per motivi simili. In passato, un altro titolo fu bandito da più paesi per una scena in cui la fidanzata del regista compiva un atto sessuale reale su un altro attore.
Pink Flamingos racconta la storia di Divine, una drag queen che vive come “la persona più disgustosa del mondo”, titolo che mantiene fino a quando non viene sfidata da una coppia di criminali gelosi, ansiosi di rubarle lo scettro dell’abiezione.
Pink Flamingos non lesina sulla rappresentazione del degrado: mostra Divine mentre mangia escrementi di cane (in una scena non simulata), commette omicidi (in questo caso, fortunatamente simulati) e si esibisce in atti sessuali estremi e visivamente espliciti. Una delle sequenze più celebri vede la drag queen consumare feci canine, scena che ha consolidato la fama di Pink Flamingos come uno dei film più oltraggiosi mai realizzati.
Le reazioni della critica furono durissime. Variety lo definì “uno dei film più vili, stupidi e ripugnanti mai realizzati”, una frase che lo stesso Waters scelse ironicamente di utilizzare per promuovere il poster del film.
Anche Roger Ebert, celebre critico cinematografico, espresse il suo disgusto in occasione della proiezione per il 25° anniversario del film, dichiarando: “Se tutto va bene, questo significa che non dovrò rivederlo per altri 25 anni”. Aggiunse poi: “Se non sarò ancora in pensione, lo farò”.
Una recensione pubblicata su IMDb ha ben sintetizzato il sentimento diffuso: “Oltraggiosamente malato, disgustoso e grottesco, ma anche molto divertente”.
Il film fu vietato in Svizzera, Australia, Norvegia e in alcune regioni del Canada, principalmente per la rappresentazione esplicita di atti sessuali non simulati. Il British Board of Film Classification (BBFC) giustificò la censura affermando che “si vede lo sperma di un uomo, in primo piano e nei minimi dettagli”, e che “si mette a fuoco l’ano dilatato di un uomo, in primo piano e nei minimi dettagli”.
Oggi, guardare Pink Flamingos è piuttosto difficile. Il film non è disponibile sulle principali piattaforme di streaming, e le edizioni fisiche sono limitate. Molte delle versioni online sono distribuite esclusivamente negli Stati Uniti, rendendo l’accesso ancora più complesso per il pubblico europeo.