Gunn è rimasto stupito dalle critiche al suo Superman

In un’intervista concessa a Entertainment Weekly, James Gunn ha dichiarato di essere rimasto perplesso dalla polemica relativa al suo Superman

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Credits: YouTube/Chapter 1: Gods and Monsters | DC Studios | DC
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Parla James Gunn

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Il nuovo film Superman, diretto da James Gunn (qui la nostra recensione), è al centro di un acceso dibattito politico ancor prima della sua uscita. Alcuni media conservatori americani, tra cui Fox News, lo avevano etichettato come “SuperWoke”, puntando il dito contro alcune dichiarazioni del regista che, secondo loro, avrebbero politicizzato il personaggio iconico. Tuttavia, i numeri al botteghino smentiscono le polemiche: il film ha ottenuto un grande successo negli Stati Uniti, incassando 235 milioni di dollari dopo soli due weekend, per un totale mondiale di 406 milioni di dollari. In un’intervista concessa a Entertainment Weekly, James Gunn ha dichiarato di essere rimasto perplesso dalla polemica.

Ho sentito gente dire che era woke, e poi ho sentito molta gente dire il contrario. Sono curioso di sapere cosa nel film sia considerato woke – ha detto il regista, sottolineando che tutto sarebbe partito da una sua affermazione ripresa dal Times di Londra. Il giornalista londinese diceva che [i creatori dei fumetti di Superman] Jerry Siegel e Joe Shuster erano figli di immigrati e avevano scritto Superman come una storia di immigrati. E io ho detto: sì, è una storia su un immigrato, ma soprattutto per me è una storia di gentilezza, e lo è. Questo è il fulcro del film per me

Il regista ha spiegato che la gentilezza è il valore centrale della pellicola, un messaggio universale e non legato a una parte politica.

Questa è la cosa su cui possiamo tutti agire, la gentilezza. E quindi a cosa porta? Beh, porta al modo in cui si vota? Certo. Porta a tutto? Sì. Porta al numero di persone che muoiono per rabbia al volante? Sì. Tutte queste cose vengono influenzate se le persone iniziano ad apprezzare la gentilezza. Voglio dire, la gente apprezzava la gentilezza in passato. Era un valore americano, era gentilezza, e non mi sembra più necessariamente così. Quindi questo è sempre stato il centro del film per me, e non riguardava nient’altro.

Le parole di Gunn hanno suscitato reazioni contrastanti: tra i detrattori si è fatto sentire l’ex Superman Dean Cain, secondo cui queste affermazioni avrebbero danneggiato il film al botteghino. Al contrario, il fratello del regista, Sean Gunn, ha difeso la visione del cineasta in un’intervista a Variety.

Sì, Superman è un immigrato, e sì, le persone che sosteniamo in questo Paese sono immigrati e se questo non ti piace, non sei americano. Chi dice di no agli immigrati è contro il modo di vivere americano

Nonostante il clamore mediatico, il pubblico statunitense ha accolto Superman con entusiasmo. Se a livello nazionale il film ha avuto un ottimo riscontro, a livello internazionale il successo è più contenuto: 171 milioni di dollari incassati fuori dagli USA. In un’intervista separata a Rolling Stone, Gunn ha commentato i risultati globali.

Stiamo sicuramente ottenendo risultati migliori a livello nazionale che a livello internazionale, ma anche a livello internazionale stiamo crescendo e stiamo ottenendo ottimi risultati nei giorni feriali, proprio come noi. Quindi, ovviamente, il passaparola è molto positivo sia qui che altrove. Che è la cosa di cui avevamo più bisogno. Allo stesso tempo, ci sono alcuni Paesi in cui stiamo ottenendo ottimi risultati. Brasile e Regno Unito

Gunn ha inoltre riflettuto sulla diversa percezione di Superman nei vari mercati esteri.

Superman non è un prodotto di largo consumo in alcuni posti. Non è un supereroe molto conosciuto in alcuni posti come lo è Batman. Questo influenza le cose. E influenza anche il fatto che in questo momento ci sia un certo sentimento antiamericano in tutto il mondo. Non ci sta aiutando molto.

Quindi penso che si tratti solo di lasciare che qualcosa cresca. Ma, ripeto, per noi è stata una vittoria totale. Far uscire il film e renderlo qualcosa che è stato accolto con entusiasmo da persone di tutto il mondo è solo il seme dell’albero che Peter e io abbiamo innaffiato negli ultimi tre anni. Quindi, poterlo vedere partire in modo così positivo è stato incredibilmente travolgente

Che ne pensate?