Byron può fare causa ai Coldplay? Rispondono due avvocati
Due avvocati, intervistati da Mirror US, hanno parlato della possibilità di Andy Byron di fare causa ai Coldplay per la questione relativa alla kiss-cam
Andy Byron, ormai ex CEO dell’azienda tech Astronomer, si è dimesso dopo che un video in cui baciava la responsabile delle risorse umane Kristin Cabot durante un concerto dei Coldplay a Boston è diventato virale (qui per vederlo). Ripresi dalla kiss-cam e proiettati sul maxischermo dello stadio, i due dirigenti sono stati protagonisti di una scena che ha suscitato grande clamore online, scatenando meme, parodie e critiche diffuse. In seguito all’ondata mediatica, Byron ha lasciato il suo incarico e si è aperto un dibattito su un’eventuale responsabilità della band britannica.
Nei giorni seguenti, si è diffusa la voce che Byron stesse valutando l’ipotesi di intentare una causa legale contro i Coldplay, in particolare contro il frontman Chris Martin, che lo avrebbe inavvertitamente “smascherato” dal palco durante il concerto.
Il Mirror US ha interpellato due esperti legali per analizzare la fondatezza di un’eventuale azione legale dell’ex CEO contro la band. Ron Zambrano, avvocato dello studio legale West Coast Employment Lawyers di Los Angeles, ha chiarito che il caso “sarebbe morto sul nascere” e che Byron “non ha motivi per fare causa”.
In primo luogo, verrebbe immediatamente respinto in quanto limita la libertà di parola e la capacità dei Coldplay di esprimere la propria creatività durante le loro esibizioni. In secondo luogo, Byron e Cabot hanno rinunciato al loro diritto alla privacy quando hanno deciso di partecipare a un evento pubblico, quindi la loro dimostrazione pubblica di affetto è colpa loro, non dei Coldplay. Sono stati semplicemente beccati – ha detto Zambrano.
Anche Tea Lovell, avvocato esperta in diritto civile e dello spettacolo dello studio Lovell, ha confermato la mancanza di presupposti legali per una causa contro la band:
Il CEO Andy Byron non ha alcun ricorso legale contro i Coldplay per averlo messo sul grande schermo. Quando sei in pubblico, non hai diritto alla privacy per le tue azioni. Le persone sono libere di fotografarti e filmarti. Quello che le persone non possono fare è usare il video o le fotografie per violare il tuo diritto alla pubblicità, ovvero usare la tua immagine per scopi commerciali o diffamarti e rappresentarti in modo falso o non veritiero
In sintesi, conclude l’avvocato, «il fatto che il grande schermo abbia colto l’amministratore delegato fare qualcosa di imbarazzante o immorale in pubblico è colpa sua».