Giulia Zollino, antropologa e sex worker attiva su OnlyFans, ha scelto di rendere la propria sessualità parte integrante del suo percorso pubblico e professionale. Attraverso il suo lavoro e la sua attività divulgativa, si inserisce nel dibattito sul riconoscimento del sex work come professione, rivendicando il diritto all’autodeterminazione e alla libertà di espressione corporea.
Le sue posizioni, espresse anche in contesti istituzionali come il TEDx Ferrara, puntano a decostruire lo stigma che ancora circonda il lavoro sessuale e a promuovere un’educazione sessuale più ampia, inclusiva e laica.
Cresciuta in una società che spinge molte persone a nascondere il proprio corpo e a vivere la sessualità con senso di colpa, Giulia Zollino ha trasformato questa repressione in una presa di coscienza. Esporsi, mostrarsi, diventare oggetto di desiderio è stato per lei un atto politico e personale.
Dopo aver passato tanti anni a vergognarmi del mio corpo, a nasconderlo, a non esprimere la mia sessualità e a non sentirmi per niente desiderata, questo lavoro è stato un mezzo per esibirlo, per mostrarlo e goderne, per essere oggetto di desiderio. Mostrare il mio corpo è una scelta, non una colpa – ha dichiarato in un’intervista rilasciata a La Repubblica delle Donne.
Il debutto nel mondo del sex work risale ai suoi 19 anni, una scelta che Giulia Zollino ha portato avanti con fermezza, trasformandola in una vera e propria professione.
Il mio giudizio su me stessa riesce a sovrastare le voci degli altri
Nel panorama del lavoro contemporaneo, il sex work – e in particolare l’attività su piattaforme digitali come OnlyFans – rappresenta una realtà concreta, non priva di criticità ma meritevole di riconoscimento e tutela.
OnlyFans è un lavoro; il sex work è una professione. La soluzione? Farlo meglio e dare alle persone le condizioni necessarie per viverlo al meglio
Nel 2022, Giulia Zollini ha portato la sua voce anche sul palco del TEDx Ferrara, con un intervento emblematico intitolato “Puttna e fiera”*.
Rivendico quella parola per toglierle il potere di ferire. Per me definisce una libertà, una disobbedienza. Siamo lavoratrici, essere putt*ne è un’altra cosa”.
Oltre alla sua attività come sex worker, Giulia Zollino si dedica con passione alla divulgazione. Organizza laboratori, partecipa a progetti educativi e si impegna a colmare le gravi lacune del sistema scolastico italiano.
L’educazione sessuale è un’urgenza: se ne parla solo legandola alla procreazione, alle malattie sessualmente trasmissibili, ai rischi insomma, ma mai alla bellezza e alla diversità della sessualità. Il sesso è stato caricato di tanto peso, di tanta importanza, però stiamo cadendo nell’errore opposto, cioè di romanticizzare troppo il sesso