Nel 1971 D.B. Cooper dirottò un aereo e si fece consegnare un riscatto di 200mila dollari. Quindi si paracadutò via con denaro, e di lui non si è mai più saputo nulla
Forse avrete sentito parlare di D.B. Cooper: la sua è una leggenda molto popolare negli Stati Uniti, specialmente perché nessuno – inclusa l’FBI – ha mai risolto il mistero dietro la sua identità. Nel corso degli anni ci sono stati vari sospetti, ma ad oggi il caso si considera ancora irrisolto e affascina in quanto crime story avventurosa tipicamente americana. E ve la raccontiamo.
Siamo nel 1971, precisamente il 24 novembre. Un uomo distinto in giacca e cravatta salì su un Boeing 727-100 della Northwest Orient Airlines di Portland diretto a Seattle. Una volta a bordo porse un foglietto alla hostess Florence con su scritto che nella valigetta che era con lui c’era nascosta una bomba pronta ad esplore.
Sempre col sorriso sulle labbra e con i modi gentili l’uomo, per l’appunto Dan Cooper, chiese, per non far saltare tutti in aria, 200mila dollari, quattro paracadute da farsi consegnare all’aeroporto di Seattle-Tacoma e il pieno di carburante. Gli agenti iniziarono immediatamente a indagare sull’identità del dirottatore, scoprendo che Dan Cooper era uno pseudonimo, ispirato a un personaggio dei fumetti degli anni ‘Cinquanta ’50 celebre per la sua abilità nell’usare il paracadute
Leggenda narra che durante il viaggi, Cooper fosse sempre cordiale con tutti i 36 passeggeri e con tutto lo staff dell’aereo. La stessa Florence raccontò che prima di arrivare l’uomo prese un bourbon pagandolo in contanti e chiedendo alla hostess di tenere l’ingente resto. Arrivato in aeroporto, chiese al pilota di spegnere tutte le luci onde evitare di essere immediatamente identificato. I manager della Northwest portarono il danaro, tutte banconote di piccolo taglio non segnate, sulla pista di atterraggio.
Dopo aver fatto il pieno, il dirottatore fece scendere tutti i passeggeri e ripartì insieme a due assistenti e i piloti alla volta di non si sa bene che meta, forse Città del Messico. L’aereo fu seguito come un’ombra per tutto il tempo da due F-106. Tuttavia quando l’aereo giunse in Nevada, le decine di agenti che lo invasero immediatamente non trovarono alcuna traccia nè di Cooper nè dei soldi.
L’uomo aveva infatti chiuso gli assistenti nella sala pilotaggio in volo e si era lanciato con il paracadute in un punto non ben identificato del globo. Da quel momento in poi partì una caccia forsennata degli inquirenti, ma niente. D.B. Cooper era sparito nel nulla. Gli agenti seguirono decine di piste, interrogarono centinaia di sospetti, per un attimo pensarono di aver trovato anche il responsabile.
Si trattava di Richard McCoy, autore nel 1972 di un altro dirottamento aereo, ma che con le indagini si scoprì non avere niente a che fare con l’anit-eroe di questa storia. Anni di silenzio fino al 1980 quando un bimbo trovò alcune mazzette da 20 dollari, che risultarono proprio essere quelle del famigerato dirottamento, sulle sponde del fiume Columbia. Le indagini ripresero con ancor maggiore veemenza. Ma senza risultato.
Il 12 luglio del 2016 infine l’FBI dichiarò di voler destinare altrove i fondi investiti per il caso Cooper. Ergo, si arresero. D.B. Cooper riuscì a entrare nella leggenda divenendo protagonista dell’unico dirottamento aereo irrisolto della storia americana. Ancora oggi rimane una figura schiva, misteriosa ma immensamente popolare, e dall’identità ignota.