Un bambino di 12 anni, Sebastian, è morto lo scorso venerdì 27 giugno a Castleford, in Inghilterra, a causa di una pericolosa sfida online nota come “blackout challenge”. La tragedia ha scosso la comunità locale e ha riacceso i riflettori sui pericoli legati all’uso dei social media da parte dei più giovani. La sua famiglia, attraverso una raccolta fondi su GoFundMe, ha voluto lanciare un messaggio forte a tutti i genitori: conoscere e monitorare l’attività online dei propri figli può fare la differenza tra la vita e la morte.
La polizia del West Yorkshire ha confermato che il ragazzo è deceduto dopo essere stato soccorso presso un’abitazione in Manor Grove, Castleford, intorno alle 18:06 del 27 giugno.
La polizia è stata chiamata dai colleghi dell’ambulanza a un indirizzo a Manor Grove, Castleford, alle 18:06 in seguito a segnalazioni di preoccupazione per la sicurezza di un bambino – ha dichiarato la polizia al quotidiano locale Yorkshire Live in una nota. Gli agenti sono intervenuti sul posto e il ragazzo è stato portato in ospedale, dove è stato successivamente confermato il suo decesso. Sono in corso indagini per conto del medico legale del West Yorkshire per stabilire esattamente cosa sia successo. L’incidente non è considerato sospetto
Nella campagna GoFundMe creata dopo l’incidente, l’organizzatrice Agnieszka Czerniejewska ha identificato il bambino come Sebastian, scrivendo che “una pericolosa sfida su Internet gli è costata la vita”.
Sebastian ha perso la vita a causa di una sfida online – ha continuato Czerniejewska, facendo riferimento diretto alla “blackout challenge”, prima di rivolgere un pensiero alla sua famiglia. I suoi genitori gli hanno dato tutto l’amore e le cure del mondo, ma quell’unico momento online ha cambiato tutto
La “blackout challenge” consiste nell’auto-soffocamento al fine di ottenere una breve euforia dovuta alla temporanea mancanza di ossigeno al cervello. Tuttavia, può causare gravi danni cerebrali o la morte. Nel 2022, The Independent aveva già riportato almeno 20 decessi legati alla sfida nell’arco di 18 mesi, 15 dei quali riguardavano bambini di 12 anni o meno.
Sebastian aveva solo 12 anni. Un bambino pieno di sogni, passione e un talento incredibile. Ha imparato da solo a suonare la chitarra e la tastiera e amava disegnare. Sempre sorridente, gentile e pieno di gioia, chiunque lo incontrasse rimaneva toccato dalla sua dolcezza – si legge nella descrizione della raccolta fondi.
Aveva genitori amorevoli che hanno fatto tutto il possibile per dargli un’infanzia serena e felice. Gli avrebbero dato le stelle. Purtroppo, un breve istante ha cambiato tutto – prosegue il testo. Quello che è successo è una tragedia indescrivibile. Nessun genitore dovrebbe mai dover seppellire il proprio figlio. Nessuno dovrebbe mai sopportare un simile strazio
La campagna, che ha già raccolto oltre 4.100 dollari, ha anche l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli nascosti delle piattaforme digitali.
Parlate con i vostri figli di ciò che fanno online. Chiedete loro cosa guardano, con chi parlano, cosa li ispira. Siate presenti. Non date per scontato: ‘Mio figlio non farebbe mai una cosa del genere’. Il mondo online può essere pericoloso quanto quello reale, a volte anche di più – scrive Czerniejewska.
Che la morte di Sebastian sia un silenzioso invito alla consapevolezza: un promemoria per restare vicini, per parlare di più, per proteggere chi amiamo. Perché altri bambini possano vivere. Perché nessun altro genitore debba provare questo dolore inimmaginabile. Sebastian rimarrà per sempre nei nostri cuori
La tragedia si inserisce in un quadro più ampio. Solo pochi mesi fa, quattro famiglie britanniche hanno intentato una causa legale negli Stati Uniti contro TikTok per la morte dei loro figli, sostenendo che la “blackout challenge” sia stata la causa dei decessi.
Secondo quanto riportato da The Guardian, la causa, presentata a febbraio, ha coinvolto i nomi di Isaac Kenevan (13 anni), Archie Battersbee (12 anni), Julian “Jools” Sweeney (14 anni) e Maia Walsh (13 anni), tutti morti nel 2022 dopo aver partecipato alla stessa sfida.
L’algoritmo di TikTok ha deliberatamente preso di mira questi bambini con contenuti pericolosi per aumentare il loro tempo di interazione sulla piattaforma e generare entrate. È stata una chiara e deliberata decisione aziendale di TikTok che è costata la vita a questi quattro bambini – ha dichiarato all’epoca un avvocato del Social Media Victims Law Center.