Nella seconda edizione di Squid Game a cui partecipa Gi-hun abbiamo visto una serie di nuovi, diabolici giochi. Ecco quali sono i nostri preferiti!
La stagione due e tre di Squid Game segue lo svolgersi di una intera nuova edizione delle perfide e brutali competizioni, le quali si articolano in altri sei diversi “giochi”. Come sappiamo c’è poco di divertente in queste gare, ma il fatto che i personaggi debbano affrontarle è proprio ciò che rende la serie così avvincente. Ecco i giochi che ci hanno appassionato di più nelle ultime due stagioni, dal “peggiore” al migliore.
Per quel che ne sappiamo, proprio per questo, forse ogni edizione inizia così e ci sta. Qui poi non mancano momenti memorabili come quello dell’ape, o della mossa infame della guardia 11. Ma diciamo che in generale abbiamo già assistito a questa gara, e una sola cosa ci tiene effettivamente incollati.
Ossia: riuscirà Gi-hun, appena rientrato nello Squid Game, a convincere tutti della pericolosità della situazione, e a portarli poi a interrompere il gioco? Come sappiamo non ci riesce, ma vederlo in questa veste ben diversa e con una salda convinzione a combattere per quel che ritiene giusto lì, rischiando la morte a ogni passo, ce lo fa amare più che mai.
Le torri a triangolo, cerchio e quadrato
La simbologia è ovvia: è la stessa che vediamo legata alle figure sulle maschere delle guardie, e ha un suo significato preciso. Detto questo, qui è più un pretesto per chiudere l’edizione in maniera “epica” dato che le forme delle torri su cui gli ultimi player rimasti debbono affrontarsi nei combattimenti finali non rendono gli scontri particolari in alcun modo.
A proposito, non si tratta proprio di un gioco: semplicemente, per ogni torre bisogna decidere di buttare giù almeno uno dei concorrenti rimasti, e chi sopravvive vince. Abbiamo visto come è andata a finire, e ovviamente l’idea è quella di giocare tutto sull’isteria e sullo scontro di caratteri dei presenti, tenendo conto che tra loro c’è anche la bambina neonata di 222.
Un “gioco” quindi forse un po’ deludente, che fa il paio con lo scontro finale tra Gi-hun e Sang-woo alla fine dell’edizione precedente, che più che una competizione decisa da delle regole è invece fondamentalmente una scazzottata. In ogni caso, le vette drammatiche raggiunte in questo momento finale non ci fanno rimpiangere la natura “poco interessante” della gara.
La giostra
Questo ci può sembrare istintivamente familiare, anche se molti di noi potrebbero averlo giocato girando attorno a delle sedie – e non ce n’erano abbastanza per tutti, ovviamente. Qui il meccanismo è simile: la giostra gira e confonde tutti, e quando si ferma – e si ferma la musica – bisogna correre a ripararsi in delle stanze apposite. Pena, ovviamente, la morte.
Problema: in ogni stanza bisogna entrare solo in gruppi formati da un certo numero di persone, cosa che dà vita ad alleanze, sotterfugi, tradimenti e colpi di scena micidiali all’ultimo secondo. La natura del gioco rende la competizione piena di sorprese inaspettate, e non mancano le morti tragiche.
Questo gioco ricorda molto il percorso con le piattaforme di vetro sospese sul vuoto nell’edizione precedente, solo che per arrivare dall’altra parte i player devono saltare a intervalli una fune rigida, retta da due gigantesche bambole, che gira e rischia di farli cadere. Inoltre, il percorso si interrompe a metà , con un buco che dà direttamente sull’abisso.
Inoltre, qualcuno approfitta per giocare sporco e neanche a dirlo anche questa gara si tramuta presto in un massacro. Il salto della fune è un passatempo per bambini popolare anche qui da noi in occidente, quindi vederlo in questa versione macabra ha certo il suo effetto e in qualche modo lascia il segno.
Qui le regole sono apparentemente semplici: una squadra – i blu – scappa, e deve nascondersi fino alla fine del tempo oppure raggiungere l’uscita utilizzando tre tipi di chiavi (quadrate, triangolari, rotonde) che aprono porte corrispondenti; l’altra squadra – i rossi – dà la caccia, armata di pugnali, e ciascun componente di questo team deve uccidere almeno uno dei blu per passare.
Le cose si complicano quando si scopre che per aprire le porte d’uscita occorrono tutti e tre i tipi di chiave. Inoltre una parte del labirinto dà su una voragine, e le numerose porte creano una immensa confusione per tutti, inseguitori e inseguiti. Come se non bastasse, nel corso di questo gioco si sfogano tutte le tensioni seguite al fallimento della rivolta armata di Gi-hun.
I cinque giochi si chiamano ddakji, biseokchigi, gong-gi, paengi chigi, e jeg – ve li abbiamo spiegati qui – e richiedono fortuna, calcolo, bravura e concentrazione. Anche questi sono tutti giochi che si richiamano alla tradizione fanciullesca e alcuni di essi sono molto antichi, famosi nella cultura coreana.