In un’epoca in cui i confini tra libertà personale, visibilità online e mercificazione del corpo sembrano sempre più sfumati, tornano a far discutere le dichiarazioni senza filtri di Karina Cascella. L’ex volto di molti talk show televisivi ha scelto i social per esprimere la sua opinione su un fenomeno ormai sempre più diffuso: la presenza massiccia di influencer su OnlyFans, la piattaforma a pagamento che spesso ospita contenuti espliciti.
Tutto ha avuto origine da una domanda apparentemente innocua ricevuta sui social: Karina Cascella è su OnlyFans? La sua risposta non si è fatta attendere, ma ha spaccato in due il pubblico. In una delle sue storie Instagram, l’ex volto televisivo ha scritto:
Non venite a parlarmi della libertà di ognuno di fare ciò che vuole perché ci dovrebbe sempre essere nella vita un limite alla decenza e in questo mondo mi pare sia superato da un bel po’… Ragazze che fanno qualsiasi cosa e parlano di qualsiasi cosa, come se fosse tutto normale. Beh non è affatto così. E si dovrebbero definire per ciò che sono tutte loro. E cioè poco di buono e sono stata educata
Le sue parole hanno sollevato un polverone, attirando sia applausi convinti che accuse di moralismo. Tuttavia, è chiaro che il suo messaggio va oltre la semplice provocazione: Cascella sembra voler evidenziare un problema più ampio legato alla cultura digitale e alla progressiva perdita di riferimenti etici nel mondo dei social.
Il bersaglio della sua critica non è solo la piattaforma OnlyFans, ma un intero sistema che — a suo avviso — promuove la monetizzazione del corpo e l’esibizionismo come scorciatoie verso il successo. Secondo Karina Cascella, molte influencer hanno trasformato canali nati per condividere contenuti creativi o professionali in veri e propri palcoscenici per contenuti provocanti, spesso di natura sessuale. Una pratica che, nella sua visione, svilisce il concetto di dignità personale.
Non è la prima volta che Karina Cascellasi scaglia contro il mondo digitale. Già in passato, durante una trasmissione televisiva, aveva dichiarato apertamente il suo disprezzo per chi considera l’attività di influencer alla stregua di un lavoro tradizionale. A suo dire, equiparare il content creation sui social a professioni complesse e faticose come quella del medico, dell’infermiere o dell’operaio è una mancanza di rispetto nei confronti di chi svolge mansioni essenziali per la società, spesso con sacrifici enormi.
Secondo la sua visione, l’influencer marketing non può essere considerato un mestiere vero e proprio, ma piuttosto un fenomeno passeggero alimentato dalla ricerca ossessiva di visibilità e denaro facile.