Death Stranding 2: Recensione del gioco di Hideo Kojima

Ecco la nostra recensione di Death Stranding 2: On the Beach, nuovo titolo nato dalla mente di Hideo Kojima

death stranding 2
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Death Stranding 2 è finalmente tornato!

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È arrivato il giorno che tutti stavamo aspettando. Il 26 giugno 2025 è finalmente arrivato e possiamo finalmente mettere le mani su Death Stranding 2, l’attesissimo sequel del maestro Hideo Kojima. Si tratta di uno dei titoli più attesi dell’anno, l’ultima opera di uno dei più grandi game director di sempre con la partecipazione di cast stellare nel quale appare anche il nostro Luca marinelli nei panni di Neil.

Il primo Death Stranding nel 2019 aveva diviso i giocatori, fra chi lo considerava l’ennesimo capolavoro visionario di Kojima e chi invece non ne capiva l’attrattiva e lo considerava un titolo confuso e sopravvalutato. Prima di ammorbarvi con la nostra recensione vi confessiamo ciò che chiunque ha cliccato su questo articolo vuole sapere: se non vi è piaciuto Death Stranding, il sequel non è per voi.

Death Stranding 2 non è una rivoluzione ma soltanto un’evoluzione. Un’evoluzione che offre numerose migliorie al gameplay, tante feature che rendono tutto più fluido e una trama avvincente, ma che restaimprontata sullo stampo proposto dal titolo originale sei anni fa.

Detto questo , addentriamoci nel mondo contorto creato dal genio di Kojima e raccontiamo le nostre impressioni di Death Stranding 2.

Il ritorno di Sam Porter Bridges

Se consideriamo Death Stranding 2 come un naturale proseguimento del primo capitolo, che solo i giocatori che hanno apprezzato il titolo originale si potranno godere appieno è anche per il fatto che la sua struttora narrativa presuppone una conoscenza di base degli eventi precedenti.

Torniamo nei panni di Sam Porter Bridges, il protagonista interpretato da Noman Reedus che al termine del primo Death Stranding era riuscito a collegare tutti gli Stati Uniti d’America sotto il chiral network. Al termine della sua missione Sam fa perdere le sue tracce e si nasconde ai confini degli Stati Uniti postapocalittici insieme a Lou, il neonato del primo capitolo che ora è cresciuto e diventato un bambino.

La trama di Death Stranding 2 si apre undici mesi dopo gli eventi finali del titolo originale quando Fragile, interpretata da Lea Seydoux, rintraccia Sam e Lou in una caverna ai confini col Messico. Sam ha voluto allontanarsi dalle Unitid Cities proprio per vivere una vita tranquilla e lasciarsi il passato alle spalle, ma Fragile gli proporrà una nuova missione, quella di unire al chiral network prima il Messico e poi l’Australia per conto della Drawbridge, una nuova organizzazione da lei co-fondata.

Sam finirà per accettare la proposta e questo metterà in moto gli eventi che andranno a comporre la trama di Death Stranding 2. Naturalmente non vogliamo spoilerare nulla di questa contorta e mirabolante avventura ma durante il viaggio incontreremo tantissimi personaggi vecchi e nuovi, interpretati da volti noti come Elle Fanning (Tomorrow), George Miller (Tarman) e naturalmente Luca Marinelli (Neil). Ritornerà anche Deadman, interpretato dall’iconico Guillermo del Toro.

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La fatica di Sam nell’approcciarsi con il prossimo lo rende ancora una volta un personaggio con cui è facile empatizzare ed identificarsi ma la vera novità nella struttora narrativa di Death Stranding 2 è l’introduzione della DHV Magellan, una sorta di base mobile che riunirà i mebri della nostra spedizione con il susseguirsi dei capitoli.

Non è certo questo l’elemento rivoluzionario di Death Stranding 2 ma abbiamo apprezzato la DHV Magellan, perchè offre un unico luogo fisico dove incontrare i nostri compagni di viaggio e interagire con loro, sostituendo quell’opprimente senso di solitudine comunicato con il primo capitolo. Si tratta di una sorta di base operativa, alla quale dovremo tornare spesso durante la storia e che fungerà anche da catalizzatore per diverse sezioni narrative.

Un elogio particolara va fatto al personaggio interpretato di Luca Marinelli che, alla sua prima esperienza nel mondo dei videogiochi, offre una prova attoriale davvero sbalorditiva. Chiaramente potremmo essere accusati di non essere del tutto imparziali, ma siamo certi che anche i giocatori del resto del mondo potranno apprezzare l’estrema gravità delle scene in cui Neil appare sullo schermo.

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La stile narrativo di Kojima ormai lo conosciamo. Il game director giapponese è diventato una leggenda grazie alle sue trame estremamente contorte e stratificate, da analizzare con calma negli anni successivi per cogliere pienamente il messaggio dell’opera. Questo stile unico gli ha permesso di avere l’enorme successo e influenza di cui gode oggi, ma non è apprezzato da tutti. Una parte non trascurabile di giocatori trova le storie di Hideo Kojima eccessivamente intricate e volutamente pretenziose. Il costante uso di un simbolismo tutto suo, abbinato a misteri mai del tutto risolti può allontanare chi non si approccia al videogioco in maniera riflessiva e invece cerca solamente una dose di divertimento distillato.

Death Stranding 2 è una perfetta sublimazione del linguaggio di Kojima, che tutti i fan delle sue opere apprezzeranno senza dubbio. Per lo stesso motivo, coloro che hanno considerato il primo Death Stranding come un noioso esercizio di autocelebrazione, non verranno convertiti da questo sequel.

Un pacco dopo l’altro

Il gameplay di Death Stranding 2 ripropone i loop che abbiamo imparato a conoscere nell’originale. Il Messico sarà una piccola zona tutorial, mentre poi il mondo di gioco si aprirà definitivamente quando arriveremo in Australia, e dovremo riconnettere tutta l’isola al chiral network.

Accettare gli ordini dalle varie basi e trasportare i pacchi da un punto all’altro della mappa sarà il fulcro del gameplay e dovremo pianificare bene la rotta da percorrere, preparando il nostro inventario ad affrontare qualsiasi ostacolo presente sul cammino.

Chi ha giocato al primo Death Stranding ritroverà tantissimi elementi che hanno caratterizzato il gameplay dell’opera di Kojima, che cerca di ricreare una simulazione realstica ma allo stesso tempo estremamente bizzarra. Bisogna rinferscare la memoria e ricordarsi delle strategie utili ad organizzare il nostro enorme zaino, che diventerà sempre più ingobrante rendendo più faticoso il percorso e delicata la missione.

Ritorna anche il sistema di connessione fra i giocatori, che potranno aiutarsi a vicenda costruendo strutture e collegamenti utilissimi chi arriverà dopo di noi. A nostra volta potremo anche noi lasciare la nostra impronta nel mondo, o aiutare a potenziare strutture già esistenti rafforzando quel senso di community che ha sempre caratterizzato questa saga.

Death Stranding 2 però introduce anche parecchie novità e perfeziona diversi aspetti del titolo originale. Si capisce immediatamente che Hideo Kojima ha voluto rendere l’esperienza molto più fluida, dando ai giocatori la possibilità di impossessarsi di alcuni strumenti importanti già dalle prime ore del gioco. Un esempio su tutti sono i veicoli, che Sam può iniziare ad utilizzare già in Messico e rendono l’esplorazione e il trasporto molto più veloce e agevole.

Si è parlato tanto dei nuovi disastri ambientali che avrebbero colpito la mappa di Death Stranding 2 e dobbiamo dire che l’abbiamo trovata un’aggiunta interessante, pur non così fondamentale nell’economia del gameplay. Death Stranding 2 però da il meglio di sè quando si lascia esplorare, creando momenti in cui nei panni di Sam possiamo osservare i panorami impressionanti realizzati con una fedeltà grafica davvero sbalorditiva, anche su una versione base di PlayStation 5.

Questa recensione però non sarebbe completa se non parlassimo anche del combattimento, un aspetto su cui Death Stranding 2 si concentra particolarmente. Lo avrete già sentito ovunque, il combattimento gioca un ruolo molto più centrale rispetto al primo capitolo ed è evidente che gli sviluppatori abbiano voluto evolvere il sistema piuttosto rudimentale proposto nel 2019.

Sam ora ha a disposizione un arsenale immenso di armi e gadget da usare. Si parte con un fucile e la classica pistola Maser ma anche con un inventario limitato abbiamo diverse opzioni a disposizione per affrontare i nemici. Possiamo assaltare basi di banditi facendo valere la nostra forza, ma abbiamo anche la possibilità di approcciarci furtivamente al loro campo ed eliminarli uno ad uno senza farci scoprire.

Lo stealth è un opzione valida in Death Stranding 2, perchè possiamo nasconderci, nell’erba alta, trattenere il fiato e anche costruire torri che permettono di controllare dall’alto la zona circostante ed evidenziare tutti i nemici nelle vicinanze.

Anche i combattimenti contro i BT sono nettamente superiori a quelli del titolo originale, perchè la varietà di approccio è straordinaria. Aiutando le varie basi e portando a termine le consegne metteremo le mani su strumenti sempre più avanzati, come le granate ematiche, proiettili speciali e addirittura boomerang progettati apposta per affrontare i BT.

Death Stranding 2 poi offre tantissime boss-fight, che rappreentano sicuramente il fiore all’occhiello del combattimento. È qui che verremo davvero messi alla prova.

In altre parole, Death Stranding 2è un gioco che ha davvero tanto da offrire. Se riuscirete a trovare la chiave giusta per apprezzarlo vi aspetta un’avventura epica intervallata da momenti quasi terapeutici. Se però non siete fan di Kojima dovrete riuscire a negoziare con voi stessi e a convincervi ad accettare tutto ciò che la sua opera ha da offrire, compresi i momenti più ottusi e apparentemente inspiegabili.

RECENSIONE
Voto:
8
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