Nel mondo del cinema per adulti, poche produzioni hanno conquistato la curiosità del pubblico come Fake Taxi. Ma dietro le quinte delle scene più cliccate si nascondono dettagli che, a quanto pare, sorprendono anche i fan più attenti. A raccontarlo è Roxi Keogh, attrice britannica del settore, che ha rivelato un aneddoto curioso durante un’intervista al podcast Your Round, risalente al 2020.
Non è necessario spiegare nel dettaglio di cosa si tratti Fake Taxi – chi ha cliccato probabilmente sa già tutto – ma per chi ci è finito accidentalmente: è una produzione pornografica in cui le scene ruotano attorno a finte corse in taxi, culminanti in incontri intimi tra passeggeri e autisti.
Una delle protagoniste più riconoscibili di Fake Taxi, Roxi Keogh, ha condiviso il dietro le quinte di quelle giornate sul set, rispondendo anche alle critiche e alle osservazioni – a volte bizzarre – lasciate dagli utenti nei commenti.
Giriamo qualcosa la mattina, facciamo una pausa per il pranzo e poi, una volta finito, andiamo a dormire, ha spiegato. Ti capiterà che qualcuno dica: “Questa è una sessione davvero lunga, un minuto fa era giorno e ora è notte”. Ci saranno persone che ti ripetono le stesse cose in continuazione, e tu pensi: davvero? Smettila e vai avanti. Chi se ne frega se è giorno o notte? È davvero strano. Se giro una scena con dei calzini spaiati, la gente nota che indosso dei calzini spaiati e allora mi chiedo: perché guardi i miei calzini?
Ma il dettaglio che ha lasciato davvero tutti a bocca aperta è un altro: Roxi Keogh ha confermato che guidava davvero l’auto durante le riprese di Fake Taxi.
Beh, ovviamente mi accosto per salire sul sedile posteriore, non sto continuando a guidare mentre faccio qualsiasi cosa.
Una precisazione doverosa che chiarisce almeno un dubbio logistico sul funzionamento del format.
Keogh ha anche raccontato delle reazioni ricevute quando ha iniziato a lavorare nel settore: minacce, critiche e tentativi di metterla in imbarazzo. Ma la sua risposta è stata semplice e diretta.
Più iniziavo in un certo senso a farlo mio, più la gente non poteva davvero dire niente, perché mi chiamavano al telefono e mi dicevano: ‘Quando ti vedo per strada urlerò Roxi Keogh’. E poi io rispondevo tipo: ‘Va bene, fallo pure, ma io dirò a tutti il motivo per cui mi stai chiamando e cosa stai facendo al telefono in questo momento – e sarai tu a vergognarti molto di più’