Tom Cruise ha avuto un ruolo per creare il protagonista di American Psycho
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L’interpretazione di Christian Bale nei panni di Patrick Bateman è diventata iconica con il passare degli anni, e non senza motivo. In American Psycho, tratto dal romanzo di Bret Easton Ellis, la personalità disturbata e le reazioni estreme del protagonista risultano tanto inquietanti quanto stranamente plausibili. Per rendere Bateman ancora più autentico, Bale ha deciso di modellare il personaggio ispirandosi a una figura reale. Sorprendentemente, non si tratta di un serial killer, ma di un collega attore: Tom Cruise.
Quando Bateman non è freddo o violento in American Psycho, spesso mostra un sorriso ampio e parla con un tono forzatamente allegro. Sembra più un osservatore del genere umano che un essere umano vero e proprio: una maschera che cerca di imitare le emozioni e i comportamenti sociali. Bale ha voluto riflettere a fondo su come rendere credibile questa dimensione, trovando l’ispirazione proprio in Cruise.
A raccontarlo è la regista di American Psycho Mary Harron, che ha rivelato in un’intervista con BlackBook che Bale la chiamò un giorno per dirle di aver trovato il modello perfetto per Bateman. Aveva appena visto Tom Cruise ospite da David Letterman, e ne era rimasto colpito. Secondo Harron, Cruise appariva con “una cordialità molto intensa, senza nulla dietro gli occhi”. Questa energia, per Bale, era perfettamente compatibile con il mondo innaturale e artificiale di American Psycho.
Tom Cruise è celebre per la sua intensità, tanto sullo schermo quanto fuori. Il suo sorriso smagliante e i movimenti energici lo fanno sembrare costantemente felice, ma alcuni spettatori percepiscono il tutto come forzato, in una maniera simile al comportamento di Bateman.
Mentre i colleghi attori tendono a lodare Cruise per la sua professionalità, una parte del pubblico ha sempre notato una certa artificiosità nella sua presenza scenica. Questo alone di superficialità, in parte accentuato anche dal suo legame con Scientology, ha alimentato una percezione pubblica diversa rispetto all’immagine da eroe del cinema degli anni ’80 e ’90.
Nonostante le similitudini tra Cruise e Bateman, è improbabile che Bale volesse fare un parallelo diretto tra l’attore e un serial killer. Piuttosto, ha saputo sfruttare magistralmente alcuni tratti pubblici di Cruise – come il sorriso plastico e l’energia contagiosa – per rendere Bateman più credibile e disturbante. Le somiglianze, per quanto oscure e ironiche, non devono essere interpretate come un attacco personale.
In una scena emblematica di American Psycho,, Bateman porta a casa un collega ubriaco con l’intenzione di ucciderlo. Il suo sorriso esagerato e lo sguardo spalancato ricordano in modo inquietante proprio la performance pubblica di Cruise. Come Cruise durante l’intervista a Letterman, Bateman parla con trasporto – specialmente di musica – oscillando tra passione autentica e ostentazione forzata.
È interessante notare che Tom Cruise stesso ha interpretato un personaggio vicino a Bateman: Frank T.J. Mackey in Magnolia, ruolo che gli è valso una nomination all’Oscar. Mackey è un oratore motivazionale che promuove una visione tossica della mascolinità e manipola i suoi seguaci maschili, nascondendo la propria fragilità interiore. Una figura speculare a Patrick Bateman, che rappresenta l’apice del materialismo e della superficialità, al punto da dover immaginare persino le proprie atrocità per colmare il vuoto esistenziale.
Bateman in American Psycho incarna una visione distorta della virilità, costruita sull’immagine e sul consumo. Quando si ha tutto, si comincia a desiderare anche ciò che non è ottenibile, come il controllo assoluto sulla vita (e la morte) altrui. Al contrario, Cruise ha sempre incarnato una forma di mascolinità iper-indipendente, ma con connotazioni più positive. È il volto del “ce la puoi fare”, un testimonial per eccellenza che riesce ancora oggi ad attirare milioni di spettatori al cinema.
Che ne pensate?