Parla Paolo Bonolis
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Il rapporto tra giovani e tecnologia è un tema sempre più discusso nel dibattito pubblico, e spesso solleva interrogativi importanti sul futuro delle relazioni umane, dell’educazione e del benessere psicologico. Tra coloro che non esitano a esprimere posizioni forti in merito vi è Paolo Bonolis, volto noto della televisione italiana, che in una recente intervista ha lanciato un vero e proprio allarme sull’abuso degli smartphone, specialmente tra i più giovani.
Nel corso di una conversazione con il settimanale Oggi, Bonolis ha espresso in termini netti la sua opinione sull’età minima per accedere a uno smartphone:
Lo smartphone si può avere solo dai 16 anni. Punto
Non si tratta, a suo dire, di una semplice preferenza personale, ma di una riflessione maturata nel tempo, osservando l’evoluzione dei comportamenti sociali sotto l’influsso della tecnologia. Il conduttore sottolinea infatti quanto l’utilizzo precoce e incontrollato dei dispositivi digitali possa compromettere lo sviluppo emotivo e relazionale dei ragazzi.
Bonolis ritiene che l’uso continuo degli smartphone, connessi senza sosta alla rete e agli stimoli virtuali, stia minando la capacità dei giovani di interagire nel mondo reale. Le conseguenze, secondo lui, non si fermano a qualche disturbo dell’attenzione o alla sedentarietà : c’è una trasformazione più profonda in atto, un allontanamento progressivo dalla realtà vissuta.
A preoccupare maggiormente è il fatto che questo fenomeno non risparmia neppure gli adulti, sempre più immersi in una dimensione digitale parallela.
Tra i casi di cronaca che ha riportato, anche quello di un ragazzo che è stato costretto ad essere ricoverato in ospedale per una crisi d’astinenza da cellulare.
I giovani – ma anche tanti adulti – ormai vivono nell’universo parallelo creato da internet, non sono più qui tra noi, nella vita vera. Così i giovani crescono incapaci di affrontare la fatica, anche quella di studiare.
Paolo Bonolis cerca anche di dare dei consigli ai genitori
Sappiamo che loro ignorano i nostri consigli ed emulano nostri comportamenti
Un episodio emblematico, che ha lasciato Bonolis particolarmente scosso, è avvenuto durante i funerali del Papa. Il conduttore ha descritto con amarezza quello che per lui è stato il segnale di una profonda disconnessione collettiva.
Non c’era una sola persona che si facesse il segno della croce o che seguisse la liturgia. Erano tutti col cellulare alzato a filmare. Non contava essere lì a vivere l’emozione di un momento storico, era più importante poter dire agli altri ‘io c’ero’.
Che ne pensate?