Parla Richard Gere
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Negli ultimi dieci anni, la figura del coordinatore dell’intimità è diventata sempre più centrale sui set cinematografici, soprattutto in presenza di scene di sesso o d’amore. Un ruolo nato per garantire sicurezza, consenso e rispetto tra gli attori, la cui importanza è cresciuta dopo l’ondata del movimento #MeToo che ha scosso Hollywood nel 2017. Tuttavia, non tutti nel settore condividono l’entusiasmo per questa nuova figura professionale. Se da una parte molti attori e registi ne riconoscono il valore, dall’altra alcuni volti noti si dicono scettici sulla sua reale utilità.
Tra questi, Sean Bean aveva già espresso critiche, sostenendo che i coordinatori dell’intimità limitino la “spontaneità” e la “chimica” tra gli interpreti. Ora anche Richard Gere si aggiunge a questa linea di pensiero.
Durante un’intervista rilasciata a The Wrap per promuovere The Agency, serie di spionaggio targata Paramount+, Gere ha discusso il tema insieme ai colleghi Michael Fassbender, Jodie Turner-Smith e Jeffrey Wright. Fassbender e Turner-Smith, che nella serie interpretano due amanti, hanno invece espresso forte sostegno al lavoro del loro coordinatore dell’intimità.
Fassbender ha spiegato:
Spesso i registi non dicono cosa vogliono che tu faccia e sei lasciato a te stesso. Ma è un po’ come girare una sequenza di lotta adesso. È come dire: ‘OK, ti senti a tuo agio se ti tocco il seno o il sedere?’ O qualsiasi altra cosa. Le linee guida sono definite e puoi girare velocissimo.
Turner-Smith ha aggiunto:
I coordinatori dell’intimità dovrebbero essere lì solo per gli attori, come un coordinatore degli stunt. Non faresti mai uno stunt improvvisato.
Steve Pond, l’intervistatore, ha sottolineato quanto questo approccio sia diverso da quello vissuto da Richard Gere in film come Ufficiale e gentiluomo e American Gigolo. L’attore ha commentato:
A dire il vero, non credo che avrebbe funzionato allora – sottolineando anche di non aver mai sperimentato situazioni in cui i registi dicessero solo “Vai, ragazzi” senza indicazioni chiare.
Fassbender ha inoltre dichiarato che non si è mai sentito a suo agio nel discutere in anticipo la coreografia delle scene di sesso con il partner, e che il coordinatore dell’intimità agisce come utile intermediario. Richard Gere ha replicato:
Vedi, negli anni ’80 eravamo a nostro agio in questo modo – riferendosi al fatto che fosse normale accordarsi direttamente tra attori.
Il confronto tra generazioni è interessante e riflette un cambiamento profondo nei metodi di lavoro sul set. Tuttavia, alcuni giovani attori scelgono ancora oggi di fare a meno dei coordinatori. È il caso di Mikey Madison, che ha rifiutato un coordinatore dell’intimità per le numerose scene di sesso nel film Anora.
Madison ha raccontato al New York Times:
Mi sono sempre sentita a mio agio, e credo anche perché lo era Ani. Non ho mai pensato di essere nervosa o altro.
Il regista del film, Sean Baker, ha dichiarato di ritenere che la presenza del coordinatore debba essere valutata caso per caso. Per Anora, lui e sua moglie Samantha Quan hanno persino recitato in anteprima le scene intime davanti a Madison e ai suoi partner per facilitarne la preparazione.
Richard Gere trova sponda anche in Michael Douglas, secondo cui i coordinatori dell’intimità rappresenterebbero un ulteriore ostacolo al controllo creativo dei registi. Kim Basinger ha dichiarato:
Non riesco a immaginare che qualcuno venga da me e mi dica: ‘Ti dispiace se mettono la mano qui?
La regista Mia Hansen-Løve è arrivata a definire i coordinatori come “poliziotti della virtù”. Di opinione opposta l’attrice Michelle Williams, che ha invece definito l’esperienza di lavorare con un coordinatore dell’intimità “estremamente utile”.
Che ne pensate di queste parole di Richard Gere?