Jason Isaacs e Mel Gibson si sono affrontati sul grande schermo nel film storico di guerra Il patriota del 2000, diretto da Roland Emmerich. Ma la loro rivalità non si è fermata alla finzione: il rapporto tra i due attori ha preso una piega personale dopo il famigerato arresto di Gibson nel 2006, durante il quale l’attore pronunciò commenti antisemiti che destarono scalpore a livello internazionale.
In una recente intervista a Vulture, Jason Isaacs è tornato sull’episodio, definendo le dichiarazioni di Gibson come “uno sfogo antisemita”. Pur riconoscendone il carisma e l’intelligenza, l’attoreha ammesso di essere rimasto profondamente colpito da quanto accaduto.
Era molto affascinante personalmente, intelligente e autoironico. Ha detto e fatto cose inaccettabili e imperdonabili – ha raccontato Jason Isaacs.
L’attore volto di Lucius Malfoy nella saga di Harry Potter ha poi condiviso un aneddoto legato a un evento di beneficenza:
Sono stato invitato da un mio amico a un evento di cricket per beneficenza organizzato per gli australiani del cinema. Mi ha detto: ‘Se vieni tu, Mel verrà’. E io ho risposto: ‘Non voglio vedere Mel’. Non lo vedevo da quella terribile sfuriata antisemita quando è stato fermato dalla polizia.
Alla fine, Jason Isaacs ha deciso di partecipare all’evento:
Così sono andato, e Mel era lì, e lui ha chiamato ‘Jace’ dall’altra parte della stanza, molto amichevole. Gli ho chiesto: ‘Rabbino Gibson, come stiamo?’. Si è avvicinato e ha detto: ‘Ero davvero ubriaco, amico. Stavo cercando di farmi picchiare o sparare o qualcosa del genere. Sto passando un brutto momento’. E ha continuato a scaricarmi addosso cose molto personali. Non è mio amico, ma – forse con mia eterna vergogna – l’ho perdonato all’istante perché era lì a rendersi vulnerabile.
Alla domanda se sia giusto perdonare figure controverse come Gibson, Jason Isaacs ha risposto con cautela:
No, non si può perdonare tutto a tutti. Non sto dicendo che perdono Mel. Lo vedo una volta ogni dieci anni per cinque minuti – dice Jason Isaacs. Ci mandiamo messaggi una volta ogni morte di papa su qualcosa. Non so cosa fare con il fatto che abbia inserito un personaggio ne La Passione di Cristo che è essenzialmente un demone ebreo che non esiste nei Vangeli. Non ho idea di cosa fare con lui. Ma se bussasse alla mia porta stasera e dicesse: ‘Il mio hotel è cancellato. Posso restare?’, probabilmente direi ‘Sì’.”
Le esternazioni antisemite del 2006 hanno profondamente compromesso la carriera di Mel Gibson a Hollywood. Tuttavia, alcuni colleghi come Robert Downey Jr. e Jodie Foster hanno continuato a sostenerlo. Lo stesso Gibson, in un’intervista a Esquire, ha riconosciuto pubblicamente il ruolo di Downey Jr. nel cercare di riabilitare la sua immagine.
Una volta, mi sono trovato in una situazione un po’ spinosa che ha praticamente messo fine alla mia carriera – ha raccontato Gibson. Ero ubriaco sul sedile posteriore di un’auto della polizia e ho detto delle sciocchezze, e all’improvviso: sono finito nella lista nera. Sono il simbolo dell’essere ‘cancellato’. Un paio d’anni dopo, [Robert] mi ha invitato a una specie di premio che stava ricevendo – avevamo sempre questa specie di altalena, dove se lui era sulla cresta, io cadevo, e se ero io sulla cresta, lui cadeva. Quindi ero praticamente inesistente a Hollywood a quel tempo, e lui si è fatto avanti e ha parlato per me. È stato un gesto coraggioso, generoso e gentile. Lo adoravo per questo.
Gibson si riferisce alla cerimonia degli American Cinematheque Awards del 2011, quando Downey Jr., ricevendo un premio, invitò l’industria a offrire a Gibson una seconda possibilità.
A meno che non siate completamente senza peccato, nel qual caso avete scelto il fottuto settore sbagliato, allora dovreste considerare di dare a Mel una nuova opportunità.