Una tranquilla visita a un museo si è trasformata in un vero incubo per il Palazzo Maffei di Verona, dove una coppia di turisti ha danneggiato gravemente una preziosa opera d’arte contemporanea: la sedia Van Gogh dell’artista Nicola Bolla, interamente decorata con cristalli Swarovski.
L’opera, omaggio al celebre dipinto della sedia di van Gogh, è considerata estremamente fragile e delicata. Eppure, nonostante la sua evidente natura artistica, due turisti hanno deciso di sedersi per scattare una foto, con conseguenze disastrose.
Secondo quanto riportato dal museo, mentre la turista è riuscita a immortalarsi “appollaiata” sulla sedia, il suo compagno avrebbe perso l’equilibrio, finendo per frantumare l’opera durante la caduta all’indietro. I due, resisi conto dell’accaduto, si sarebbero poi allontanati rapidamente dal luogo dell’incidente.
Un gesto apparentemente banale, ma dagli esiti disastrosi, che ha riportato alla memoria altri episodi simili nel mondo dell’arte: come la celebre azione dimostrativa dei manifestanti di Just Stop Oil, che lo scorso anno hanno lanciato una lattina di zuppa sul dipinto dei Girasoli di Van Gogh, o l’incidente di una visitatrice statunitense che ha rotto accidentalmente una scultura a forma di cane palloncino dal valore di 35.000 sterline.
Dopo l’accaduto, i profili social del museo veronese hanno pubblicato una dichiarazione in cui si sottolinea l’importanza del rispetto per le opere esposte:
L’incubo di ogni museo è diventato realtà, anche a Palazzo Maffei. Attesa l’uscita degli addetti alla sorveglianza, alcuni visitatori hanno scattato una foto “ad effetto”. Il risultato? Un gesto irresponsabile ha causato gravi danni alla sedia “Van Gogh” di Nicola Bolla, un’opera delicatissima, interamente rivestita di centinaia di cristalli Swarovski. Per giorni non abbiamo saputo se sarebbe stato possibile restaurarla. Ma ce l’abbiamo fatta.
Condividiamo questo episodio non solo per dovere di cronaca, ma per dare avvio a una vera campagna di sensibilizzazione sul valore dell’arte e sul rispetto che le è dovuto. Un sentito ringraziamento va alle forze dell’ordine, al nostro dipartimento di sicurezza e alle restauratrici, il cui lavoro prezioso ha permesso il recupero dell’opera.
E un grazie speciale a tutti voi che ogni giorno attraversate le sale del museo con cura, attenzione e meraviglia. Perché l’arte non è solo da vedere. È da amare. È da proteggere.