Trump non ha in progetto di proclamare il Pride Month per il mese di giugno 2025, un altro segnale ostile verso la comunità LGBTQI+
Il presidente Trump non ha “piani” per proclamare il mese di giugno come Pride Month o per dedicarlo a qualunque gruppo o causa. Lo dice Karoline Leavitt, segretario stampa della Casa Bianca, dando voce a una posizione della neo-amministrazione Trump che del certo non sorprenderà nessuno.
Dagli sforzi per contrastare l’ideologia gender all’ordine esecutivo che goffamente ha reso tutti gli americani donne (anche gli uomini), il POTUS non ha mai nascosto la sua insofferenza verso la comunità LGBTQI+ e in questo secondo mandato, nel quale sembra convinto di poter fare tutto quello che vuole – per esempio, invadere la Groenlandia – le sue posizioni si fanno più nette.
Questo mentre l’amministrazione sta togliendo i fondi a chi promuove la diversità e la diversificazione negli organici aziendali, e contrastando le opzioni di affermazione di genere a livello federale. C’è chi acclama il presidente e il pugno duro che sta adottando su questo versante, nel rendere l’America “di nuovo grande”.
Nel frattempo, Trump è riuscito a litigare con l’ormai ex-amico Elon Musk – osteggiando la diffusione dei veicoli elettrici, Tesla compresa – e con Greta Thunberg, appena arrestata e poi liberata da Israele. Alla giovane attivista svedese ha provveduto a consigliare un “corso per imparare a controllare la rabbia”. Una cosa è certa: con lui non ci si annoia mai.