Salute mentale maschile: 5 film per analizzarla [LISTA]

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Nel mese dedicato alla salute mentale maschile (giugno) è fondamentale accendere i riflettori su questo tema troppo spesso trascurato

La salute mentale degli uomini, a lungo confinata dietro stereotipi di forza e autocontrollo, merita comprensione. Il cinema con il suo potere empatico e narrativo se n’è fatto spesso portavoce, offrendo storie che esplorano il disagio, la fragilità e la ricerca di aiuto da parte dell’uomo. Approfondiamo cinque film che hanno colto sfumature diverse della psiche dell’uomo nei momenti di crisi.

Her (2013) di Spike Jonze

Her è un film del 2013 diretto da Spike Jonze che esplora la depressione post separazione e la solitudine attraverso una riflessione sull’intelligenza artificiale. Il protagonista Theodore Twombly, interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix, è stato lasciato dalla moglie e in questo futuro distopico si trova a relazionarsi con l’I.A. Samantha per superare la rottura, finendo per innamorarsene.

Il regista tramite questa trama tanto semplice quanto profonda compie una riflessione cinica a spietata sulla solitudine umana presentandoci un uomo incapace di accettarla. Disposto ad innamorarsi di qualcosa di intangibile pur di avere accanto qualcuno, sviluppando successivamente addirittura un amore sincero.

Non manca la critica sferzante ad una società sempre più dipendente dalla tecnologia, a posteriori – essendo del 2013 – premonitrice, che lascia l’individuo a soffrire abbandonandolo all’I.A.. L’opera ricevette apprezzamenti unanimi da pubblico e critica, vincendo meritatamente l’Oscar per la migliore sceneggiatura.

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Shame (2011) di Steve McQueen

Alla 68esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia arriva una pellicola che sconvolge il pubblico per la crudezza nella rappresentazione di certi temi: Shame di Steve McQueen con protagonista Michael Fassbender. Il film racconta la vita di Brandon, un uomo apparentemente di successo ma dipendente dal sesso e dalla pornografia.

La sua storia si complica quando arriva a casa sua la sorella Sissy che lo metterà di fronte alle sue dipendenze e l’incapacità di gestire le relazioni emotive. Da qui Steve McQueen inizia la sua analisi sulla vergogna, la dipendenza e l’apatia attraverso immagini forti con l’obbiettivo di muovere qualcosa nello spettatore.

Il regista ci mostra il percorso di trasformazione di Brandon, che affrontando i suoi problemi di salute mentale cerca un significato nella sua esistenza. Un Michael Fassbender alla sua interpretazione della vita, che gli valse la coppa Volpi a Venezia, per un film imperdibile sulla tematica.

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A Beautiful Mind (2001) di Ron Howard

Ispirato all’omonima biografia di Sylvia Nasar, A Beautiful Mind di Ron Howard è il film per eccellenza che tratta tematiche legate alla salute mentale. La pellicola racconta la storia vera di Josh Nash (ruolo migliore della carriera per Russell Crowe), un genio matematico affetto da schizofrenia paranoide.

Partendo dalla schizofrenia Ron Howard ci mostra come la capacità di convivere con una malattia così grave con la speranza di avere una vita qualitativamente buona può essere uno stimolo importante per chiunque. Il tocco dolce tipico del regista ci regala un’opera carica di emotività, un enorme climax che culmina nella scena strappalacrime della consegna del Nobel.

A Beatiful Mind è un lungometraggio che sottolinea l’importanza della resilienza e della capacità di affrontare le sfide della vita, anche quando si è affetti da un disturbo mentale così importante.

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Fight Club (1999) di David Fincher

Il film probabilmente più celebre di questa breve lista, ma che non poteva mancare. Fight Club di David Fincher tratta come nessuno è mai riuscito a fare il disturbo della personalità dovuto ad una società consumistica che porta all’alienazione dell’uomo moderno.

La pellicola mette in discussione la nozione di identità, la fragilità della mente umana e la necessità di trovare il proprio senso nella vita facendo un’aspra critica ad una società concentrata solo e solamente sul consumo che abbandona completamente l’individuo. Un’opera esistenziale entrata di diritto nella storia del cinema, imperdibile.

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La Stanza del Figlio (2001) di Nanni Moretti

Non poteva mancare una pellicola nostrana, La Stanza del Figlio di Nanni Moretti, che tratta una sfumatura di depressione ancora non affrontata nei film citati prima: il crollo dovuto ad un lutto importante. Il film ci racconta la crisi di una famiglia dopo la morte improvvisa del figlio maggiore Andrea.

Il regista decide di analizzare l’elaborazione del lutto mostrando i diversi modi di reagire dei membri della famiglia, riflettendo così su ogni fase: dalla negazione, passando dal dolore acuto fino ad arrivare alla ricerca di un nuovo equilibrio. Il film, sicuramente tra i migliori di Nanni Moretti, ebbe grande successo di critica anche al di fuori dal territorio italico portandosi a casa la Palma d’Oro al Festival di Cannes.

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A cura di Michele Scarperia

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