Paul Bateson, il serial kill*r che apparve in L’Esorcista

In L'Esorcista appare come comparsa Paul Bateson, un uomo che poi risultò essere un serial killer

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La tremenda storia di Paul Bateson

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Paul Bateson, tecnico di radiologia e comparsa nel celebre film L’esorcista del 1973, è una figura controversa nella storia criminale americana. Sebbene sia stato condannato per l’omicidio del giornalista Addison Verrill, il suo nome è stato più volte associato a una serie di delitti irrisolti ai danni di uomini gay nella New York degli anni ’70. Tuttavia, le prove concrete a sostegno di queste accuse sono sempre state scarse. Il caso di Bateson è tornato ciclicamente sotto i riflettori, alimentando teorie, ispirazioni cinematografiche e discussioni sui pregiudizi nelle indagini di quegli anni.

Nel 1973, Paul Bateson lavorava come tecnico di radiologia neurologica presso il New York University Medical Center. Lo stesso anno, ottenne il suo unico ruolo cinematografico, apparendo come comparsa in una scena de L’esorcista in cui la giovane Regan viene sottoposta a esami ospedalieri per diagnosticare la causa dei suoi strani comportamenti. Anni dopo, però, il suo nome sarebbe tornato alla ribalta per motivi ben più oscuri.

Nel 1977 perse il lavoro a causa di problemi di alcolismo. Era dichiaratamente omosessuale e frequentava regolarmente i leather bar di New York. Proprio in uno di questi locali conobbe Addison Verrill, giornalista della rivista Variety e sua unica vittima accertata. Il 14 settembre 1977, Verrill fu trovato brutalmente picchiato e accoltellato a morte nel suo appartamento.

All’inizio, la polizia ipotizzò una rapina finita male. Tuttavia, il giornalista del Village Voice Arthur Bell sollevò dubbi su questa interpretazione. In un articolo, Bell evidenziò come spesso gli omicidi di uomini gay venissero minimizzati o attribuiti a incontri sessuali degenerati, ricevendo scarsa attenzione mediatica e investigativa. Scrisse che l’assassino di Verrill era probabilmente una persona che lui stesso aveva invitato nel proprio appartamento, e non un ladro entrato con la forza.

Otto giorni dopo il ritrovamento del corpo, Bell ricevette una chiamata da un uomo che si dichiarava l’assassino. Secondo quanto riportato dal giornalista, la voce al telefono disse:

Mi piace la tua storia e mi piace il tuo modo di scrivere, ma non sono uno psicopatico.

L’uomo raccontò di aver conosciuto Verrill in un noto bar gay di Christopher Street. I due avevano fatto uso di droghe insieme e si erano recati nell’appartamento del giornalista. Quando capì che Verrill non era interessato a un rapporto duraturo, perse il controllo.

È stato il rifiuto a scatenare tutto. Qualcosa mi è scattato in testa. Ho deciso di fare qualcosa che non avevo mai fatto prima. Ho preso una padella pesante dalla cucina e ho steso Addison. Poi sono andato in un cassetto sul lato destro della cucina, ho preso un coltello e gliel’ho piantato nel petto.

Bell contattò immediatamente la polizia, che in poco tempo arrestò Paul Bateson. Alla stazione di polizia, questi confessò l’omicidio, ma in seguito tentò di ritrattare durante il processo preliminare. Il giudice dichiarò ammissibile la confessione e Bateson fu condannato a una pena detentiva compresa tra i 20 anni e l’ergastolo.

In quel periodo, le autorità stavano indagando su un’altra serie di delitti: sei uomini gay, mai identificati, erano stati trovati smembrati e gettati in sacchi della spazzatura nel fiume Hudson. I pubblici ministeri cercarono brevemente di collegare anche questi omicidi a Paul Bateson, basandosi sull’ipotesi che i tagli sui corpi fossero stati effettuati da qualcuno con conoscenze mediche. Tuttavia, non emersero prove concrete. Bateson, in quanto tecnico di radiologia ed esponente della comunità gay, fu visto come un sospettato plausibile, ma il giudice ritenne insufficiente il materiale probatorio per avanzare ulteriori accuse.

Il regista William Friedkin, autore de L’esorcista, venne a conoscenza della condanna di Paul Bateson e decise di fargli visita in carcere. In un’intervista all’Hollywood Reporter, il cineasta raccontò che durante il loro incontro Bateson accennò all’idea di accettare un patteggiamento, confessando anche gli altri omicidi. Questo scambio ispirò Friedkin nella realizzazione del film Cruising, incentrato su un poliziotto sotto copertura nella scena gay newyorkese, alla ricerca di un serial killer.

Nonostante le speculazioni, non è mai stato provato che Paul Bateson, fosse il responsabile degli omicidi noti come “gli omicidi della borsa”. Alcune teorie sostengono che la polizia avrebbe potuto proporre all’uomo un accordo di patteggiamento per ottenere la chiusura del caso, anche in assenza di reali responsabilità.

Un episodio della seconda stagione della serie Mindhunter accenna proprio a questo. Nella serie, Paul Bateson afferma:

La polizia continua a cercare di farmi incastrare per questo, riferendosi agli omicidi dei sei uomini non identificati. I poliziotti hanno addirittura detto che se avessi confessato avrei scontato meno pena grazie a un patteggiamento. Vogliono solo dire che hanno chiuso i casi.

Ad oggi, non esiste alcuna prova concreta che colleghi Paul Bateson agli omicidi seriali degli anni ’70. L’unica condanna certa rimane quella per l’assassinio di Addison Verrill. Bateson è stato rilasciato nel 2003, dopo aver scontato la sua pena, e da allora è scomparso dalla scena pubblica. I sei omicidi rimangono irrisolti e le vittime ancora senza nome.

Terribile.