Gilroy, showrunner di Andor, rivela: “Lo streaming è morto”

Durante l'ATX Television Festival, Tony Gilroy ha parlato della crisi del mercato dello streaming

tony gilroy, andor
Credits: Gilroy: Hiroyuki Tsutsumi; Luna: Wes Ellis
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Parla Tony Gilroy

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Durante l’ATX Television Festival, Tony Gilroy, showrunner della serie Andor, ha condiviso dichiarazioni sorprendenti sul futuro delle grandi produzioni per lo streaming. Le sue parole, all’apparenza provocatorie, raccontano in realtà una crisi strutturale nel modello di business delle piattaforme come Disney+, confermando un netto cambio di rotta da parte dei grandi studi.

Gilroy aveva già accennato un mese fa al fatto che nulla di simile ad Andor sarebbe mai più stato prodotto. All’epoca, i suoi commenti potevano sembrare presuntuosi, ma lo showrunner ha presto chiarito che il punto non era l’autocelebrazione.

Non perché siamo così bravi – ha spiegato – ma perché nessuno ricomincerà mai più uno show di questa portata, né lo girerà praticamente, né avrà le risorse e la protezione per fare una cosa del genere

Nel panel tenutosi giovedì scorso, Gilroy ha finalmente spiegato il vero motivo alla base di questa affermazione. Ed è una vera bomba: lo streaming è morto.

Durante il suo intervento, ha rivelato che il budget di Andor è stato di circa 650 milioni di dollari, cifra astronomica anche per una major come Disney.

Voglio dire, per la Disney si tratta di 650 milioni di dollari – ha affermato Gilroy, aggiungendo con orgoglio di aver ricevuto una sola nota di modifica per la prima stagione. Tuttavia, tutto è cambiato con la seconda: Nella seconda stagione, hanno detto: ‘Lo streaming è morto, non abbiamo più i soldi di prima’, quindi abbiamo litigato duramente per i soldi, ma non hanno mai sistemato nulla

Il punto chiave, secondo Gilroy, non è solo l’enorme investimento, ma la libertà creativa concessagli, qualcosa di rarissimo oggi nell’industria dell’intrattenimento.

Disney è entrata nella corsa allo streaming sei anni fa, con il lancio di Disney+. Il servizio è stato una delle ragioni principali dietro l’acquisizione di 21st Century Fox per 71,3 miliardi di dollari: la Casa di Topolino aveva bisogno di un ampio catalogo per competere con Netflix e Prime Video. Da allora, tutti gli studi Disney sono stati indirizzati a produrre contenuti esclusivamente per la piattaforma.

Tuttavia, il vento sta cambiando. Disney ha già cominciato a ridurre il numero di serie Marvel e Star Wars prodotte per il piccolo schermo. Solo una serie live-action di Star Wars, Ahsoka, è attualmente in produzione e in uscita nel 2026, mentre sia Lucasfilm che i Marvel Studios hanno annunciato una nuova attenzione verso le uscite cinematografiche.

Nonostante Disney+ abbia superato ogni aspettativa in termini di abbonati, la piattaforma ha generato perdite operative per oltre 11,4 miliardi di dollari dalla sua nascita fino ad aprile 2024. Le misure adottate – come l’introduzione di un piano con pubblicità, il controllo sulla condivisione delle password e un taglio generale dei costi – hanno aiutato a contenere le perdite, ma il problema è più profondo: il modello di business è intrinsecamente instabile.

Il fenomeno del churn, ovvero l’abbandono temporaneo del servizio da parte degli abbonati tra una serie e l’altra, ha costretto le piattaforme a investire continuamente in nuovi contenuti solo per mantenere stabile la base utenti. Questo ha portato a un’escalation dei costi di produzione, con un ritorno sugli investimenti spesso insufficiente.

Parallelamente, l’ossessione per lo streaming ha avuto effetti negativi sulle uscite cinematografiche Disney. I film Pixar, distribuiti su Disney+ durante la pandemia, hanno subito un calo di prestigio e incassi. Le serie TV Marvel, invece, sono state accusate di aver diluito il valore del brand MCU, complici anche problemi di gestione interna che hanno influito sulla qualità complessiva dei prodotti.

Lucasfilm ha affrontato sfide simili, il che spiega perché non è uscito un film di Star Wars al cinema da sei anni. A febbraio 2023, Lucasfilm ha ricevuto l’ordine di “intensificare” la produzione cinematografica, e da allora la strategia è cambiata: i film torneranno ad essere il fulcro, con una finestra esclusiva su Disney+ dopo l’uscita in sala.

Il futuro del servizio vedrà comunque l’arrivo di nuove produzioni originali, come Percy Jackson, ma con budget molto più contenuti e un controllo creativo più rigido. A questo punto, il vero valore di Disney+ sembra risiedere nella vastità del suo catalogo pregresso: secondo Nielsen, Oceania è stato tra i quattro film più visti su qualsiasi servizio di streaming ogni anno dal lancio della piattaforma, a dimostrazione della forza dei contenuti evergreen.

Che ne pensate di queste parole di Tony Gilroy?