Parla Neri Parenti
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Nel panorama della commedia italiana, pochi personaggi sono entrati nell’immaginario collettivo con la forza di Ugo Fantozzi. Eppure, a distanza di anni, il regista Neri Parenti — autore di ben sette pellicole su dieci della saga — è convinto che quel tipo di comicità sia ormai impossibile da replicare. Non per una questione di interpreti, ma per un cambiamento profondo della sensibilità collettiva.
Sarebbe impossibile da fare per il politically correct – afferma senza mezzi termini Neri Parenti in un’intervista rilasciata al quotidiano Libero.
Un incontro surreale con Villaggio
Nel corso del dialogo, Neri Parenti ha ricordato l’episodio singolare che segnò il suo ingresso nel mondo fantozziano. Dopo i primi due film diretti da Luciano Salce, Paolo Villaggio decise di cambiare rotta. Il produttore Mario Cecchi Gori, consapevole dell’enorme talento ma anche della disorganizzazione cronica dell’attore e autore, pensò di affiancargli un regista capace di portare stabilità sul set. La scelta ricadde su Neri Parenti.
Mi aveva scambiato per un altro! Villaggio, dopo i primi due film decise di non farli più con Salce… Il produttore Lombardo che sapeva quanto alla genialità e al talento di Paolo corrispondesse un’assoluta mancanza di senso pratico e organizzativo, volle mettergli qualcuno a fianco che potesse garantirgli quegli aspetti. Così Lombardo mi chiamò per la regia, che non è solo mettersi seduto e dire: motore!
L’incontro tra i due, però, non fu subito idilliaco. Quando Parenti si presentò a casa di Villaggio, qualcosa non tornava.
Quando andai a casa sua – dice Neri Parenti. Villaggio era stato ovviamente avvisato dalla produzione sul fatto che avessero scelto me. Sembrò entusiasta, salvo poi realizzare, quando ci vedemmo, che il Neri Parenti che immaginava lui non ero io…
Una situazione che rischiava di sfumare in un nulla di fatto, se non fosse stato per una sorprendente apertura da parte dell’attore.
Ero pronto ad andarmene… Ma lui invece poi disse: dai, sei arrivato fin qui. Lavoreremo assieme io e te
Da quel momento, iniziò una collaborazione vincente che regalò al pubblico alcune tra le sequenze più esilaranti del cinema italiano.
Il confine tra satira e irriverenza fu spesso sottile, e non mancarono le polemiche. Parenti ricorda un episodio emblematico legato al film Le Comiche, in cui Villaggio recitava accanto a Renato Pozzetto.
Nel film Le Comiche con Villaggio e Pozzetto avevamo fatto una scena sulla neve dove si vedeva il Papa sugli sci – racconta Parenti. All’epoca regnava Wojtyla che si sapeva fosse uno sciatore provetto. Se non che nel film lo abbiamo fatto investire da Pozzetto e Villaggio i quali, arrivando da dietro con lo slittino, buttavano il pontefice nel crepaccio. Quella fu l’occasione del primo rimprovero con l’invito dal Vaticano a non farlo mai più.
Ma il richiamo non scoraggiò del tutto la produzione. Anzi, nel film successivo si spinsero ancora oltre.
Noi ce ne infischiammo e nel film successivo mettemmo il Papa alla guida di una macchina da rally nella Parigi-Dakar che si andava a schiantare… Poi lasciammo stare. Anche se resto convinto che Wojtyla si sia divertito ad essere trattato in maniera poco papale. Io non l’ho mai conosciuto ma si diceva fosse un uomo molto spiritoso
L’intervista si chiude con una riflessione amara ma realista: il personaggio di Fantozzi, con le sue caricature grottesche e l’umorismo dissacrante, oggi non troverebbe più spazio.
Non me lo immagino perché il mondo è troppo cambiato. Quello che raccontava Villaggio era un mondo impiegatizio quasi kafkiano. Oggi non si potrebbe più fare. Ormai non si può dire grassa di una donna, figurarsi come si potrebbe rappresentare una moglie mostro e una figlia coi tratti di una scimmia…
Che ne pensate di queste parole di Neri Parenti?