Elon Musk smentisce il New York Times: “Non prendo drog*e”

Su X Elon Musk si è scagliato contro il New York Times che ha parlato del suo presunto utilizzo di drog*e

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Parla Elon Musk

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Nel corso del fine settimana, Elon Musk ha duramente replicato a un articolo del New York Times che lo accusa di un presunto uso intensivo di sostanze stupefacenti, affermando di essere vittima di un attacco mediatico. La vicenda, emersa nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali USA del 2024, ha acceso una nuova polemica tra il magnate della tecnologia e il celebre quotidiano americano.

Secondo quanto riportato il 30 maggio dal New York Times, il consumo di droghe da parte di Musk “andava ben oltre l’uso occasionale”. Le reporter Kirsten Grind e Megan Twohey sostengono, citando una dozzina di fonti anonime, che Elon Musk avrebbe fatto uso di ketamina in quantità tali da causare danni alla vescica, oltre a ecstasy e funghi allucinogeni. L’articolo riferisce inoltre che l’imprenditore viaggerebbe con una scatola contenente circa 20 pillole giornaliere, inclusi farmaci riconducibili allo stimolante Adderall, sulla base di prove fotografiche e testimonianze.

La risposta di Elon Musk non si è fatta attendere. Il 31 maggio, in un post pubblicato su X, la piattaforma social di cui è proprietario, ha scritto:

NON prendo droghe! Il New York Times ha mentito spudoratamente. Ho provato la ketamina su prescrizione qualche anno fa e l’ho detto su X, quindi non è nemmeno una novità. Aiuta a uscire dai buchi neri della mente, ma da allora non l’ho più presa.

Il New York Times, tramite il proprio team PR, ha replicato direttamente su X:

Elon Musk si sta scagliando contro di noi perché non gli piace il nostro articolo. Gli abbiamo dato diverse opportunità di replicare o confutare questa notizia prima della pubblicazione, ma lui ha rifiutato, optando invece per un post sui social media senza prove.

Secondo il giornale, l’inchiesta è stata costruita su “fonti approfondite che forniscono un’analisi importante e imparziale dell’uso di droghe e dei conflitti familiari di Musk”, con l’ausilio di messaggi privati, documenti legali e prove fotografiche.

Elon Musk, alleato politico del presidente Trump e fino a pochi giorni fa a capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), ha annunciato il suo ritiro dall’incarico, pur confermando che continuerà a fornire consulenza informale alla Casa Bianca. Durante una conferenza stampa tenutasi lo scorso venerdì, Musk ha evitato di rispondere a una domanda del corrispondente di Fox News, Peter Doocy, sull’articolo del Times:

Il New York Times è la stessa pubblicazione che ha vinto il Premio Pulitzer per aver riportato notizie false sul Russiagate? È la stessa organizzazione? Credo di sì.

Il riferimento di Musk è alla causa per diffamazione intentata da Trump contro la Commissione del Premio Pulitzer, dopo che quest’ultima aveva respinto la richiesta dell’ex presidente di revocare i premi assegnati al New York Times e al Washington Post per la copertura sull’interferenza russa nelle elezioni del 2016. Musk ha aggiunto:

Penso che il giudice si sia appena pronunciato contro il New York Times per le sue bugie sulla bufala del Russiagate, e potrebbe dover restituire il Premio Pulitzer.

Che ne pensate?