L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, gli esorcismi nel cinema 

Con l'uscita al cinema di L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, abbiamo decioso di ripercorrere la storia degli esorcismi sul grande schermo

L'esorcismo di Emma Schmidt - The Ritual
L'esorcismo di Emma Schmidt - The Ritual
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L’Esorcismo di Emma Schmidt è pronto a portare avanti la lunga e gloriosa tradizione dei film sugli esorcismi

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In sala dal 29 maggio, arriva l’attesissimo L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, film che porta sul grande schermo l’orrore della storia originale, realmente accaduta quasi un secolo fa, celebre soprattutto per essere il più documentato caso d’esorcismo e uno dei primissimi riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa. Ma non è “solo” questo: quello di Emma Schmidt è l’esorcismo che ha dato origine all’intero filone delle possessioni nel cinema horror.

Dal 1928, anno di questo esorcismo, a oggi, il Cinema ha atteso a lungo prima di raccontare queste storie decisamente inquietanti, a prescindere dall’essere o meno credenti. Era infatti il 1973 quando William Friedkin decise di portare sul grande schermo L’Esorcista, tratto dall’omonimo libro di William Peter Blatty, che a sua volta si ispirò proprio agli appunti e ai resoconti dettagliati dell’esorcismo di Emma Schmidt per raccontare la storia di Padre Karras e Pazuzu.

Regan esorcista

Senza quell’esorcismo, forse oggi non parleremmo nemmeno di “cinema esorcistico”, perché è da lì che tutto ha avuto inizio. Un vero e proprio “anno zero” dell’horror cinematografico, che diede il via a un filone di genere specifico e ad hoc, interamente dedicato all’eterna lotta tra Bene e Male.

Tra tutti i titoli, noti e meno noti, spicca senza dubbio la differenza tra storie di finzione e storie attinenti alla realtà. Si pensi, ad esempio, a film come Constantine, tratto dal fumetto Hellblazer, che racconta la storia di un esorcista molto particolare, o ai vari sequel de L’Esorcista, come l’ultimo film della saga, L’Esorcista – Il Credente: esempi in cui la fantasia supera di gran lunga la realtà, pur attingendo da essa e prendendosi libertà narrative e licenze poetiche per creare prodotti audiovisivi di tutto rispetto.

Dall’altro lato, invece, il rapporto tra realtà e fantasia si fa meno netto, grazie a documenti e testimonianze delle vittime di possessione e di chi ha contribuito a liberarle dal male. Da qui, il cinema trae ispirazione per portarci nel puro terrore, perché non c’è nulla che spaventi più di una macabra realtà raccontata dai diretti interessati.

In questo senso, sebbene la paura sia un’emozione del tutto soggettiva, è comunque oggettivo che un fatto reale possa spaventare più di uno di pura fantasia. In altre parole, una scena di jumpscare in Constantine non sarà mai paragonabile a una de L’Esorcista, poiché quest’ultimo è liberamente ispirato a fatti reali.

Anche inconsciamente, la sensazione assume sfumature diverse, magari impercettibili, ma comunque presenti. E se si pensa che l’esorcismo di Emma Schmidt è il vero caso che ha dato origine a tutto, allora la trasposizione fedelissima di quell’orrore nel film L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual non può non essere considerato come il film più inquietante di quelli tratti da storie vere.

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Chiaro è che un film tratto da una storia vera deve comunque prendersi alcune libertà narrative, come accadde ad esempio con L’Esorcismo di Emily Rose, acclamato horror del 2005, che trovò (e trova tutt’ora) il consenso unanime di critica e pubblico, raccontando la triste e inquietante storia di Anneliese Michel.

Sebbene il titolo del film possa ingannare, gli eventi si svolsero in Europa, nella teutonica Baviera, nel 1976: ben sessantasette esorcismi in dieci mesi, finché la sventurata vittima morì di stenti. Seguì un inevitabile processo che portò a condanne per i genitori e i sacerdoti coinvolti, oltre a una radicale revisione dei riti di esorcismo.

Insomma, se L’Esorcista del 1973 rappresentò un “anno zero” per il cinema, si può dire che gli eventi accaduti in Germania (e raccontati dal film di Scott Derrickson) abbiano costituito un nuovo punto di svolta nella pratica degli esorcismi reali.

Restando sul filone della realtà raccontata, sebbene si parli di esorcisti non propriamente canonici (ossia nella classica tunica nera), ecco arrivare due “Re Mida” dell’horror: Jason Blum e James Wan, che diedero il via al franchise del Conjurverse, o The Conjuring Universe, raccontando le terribili vicende della famiglia Warren, tra i più celebri demonologi di sempre.

Dieci film, inclusi spin-off, che narrano le origini di tutti i demoni maligni affrontati dai coniugi Warren nel corso di una carriera che possiamo definire quantomeno controversa. Questo perché il ruolo del Bene, negli eventi in questione, non è mai visto in modo positivo all’unanimità.

Come accadde durante gli esorcismi della Michel, la comunità scientifica tende sempre a essere scettica rispetto alle possessioni demoniache, etichettandole come manifestazioni di schizofrenia o altri disturbi psichiatrici. Ogni esorcismo documentato, soprattutto quelli condotti in tempi più moderni, porta sempre con sé un pesante strascico di polemiche, dove si cerca inevitabilmente di razionalizzare eventi in cui la razionalità sembra non essere di casa, per usare un eufemismo.

In questo contesto, è impossibile non citare una figura come Padre Amorth, un’icona per gli appassionati di horror e di esorcismi. Dal 1986 al 2007 ha compiuto un numero impressionante di esorcismi, con una media di ben nove al giorno per oltre vent’anni. Un esorcista controverso, che ha sempre suscitato curiosità e sdegno, a seconda di come la si pensi.

Ma prima di lui, in un’epoca in cui la Chiesa evitava accuratamente di rendere pubblici questi eventi, fu Padre Theophilus Riesinger a fronteggiare il Male nell’ombra. È proprio lui, figura chiave e spesso dimenticata, a essere al centro de L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, interpretato da un monumentale Al Pacino, che torna all’horror dopo L’Avvocato del Diavolo.

Un ritorno che ha quasi il sapore del destino: Pacino è infatti l’unico attore ad aver dato il volto sia al Diavolo che a chi tenta di esorcizzarlo, chiudendo un cerchio unico nella storia del cinema.

William Friedkin girò nel 2017 una docu-intervista seguendo proprio Padre Amorth alle prese con un esorcismo ad Alatri. Un film che sembra quasi una riconciliazione con il passato cinematografico del regista, segnato da L’Esorcista, ma qui intento a raccontare la realtà dei fatti, spogliata di qualsiasi finzione cinematografica.

L'esorcista del Papa
Esorcismo – L’esorcista del Papa

Sei anni dopo il documentario di Friedkin, è arrivato un biopic a tinte più che mai horror: L’Esorcista del Papa, con Russell Crowe nei panni di Padre Amorth. Il film ripercorre la parte più saliente della sua vita, ossia il momento in cui viene nominato capo esorcista del Vaticano e affronta la conseguente lotta contro il Male incarnato da Asmodeo. Un altro “anno zero” per la narrazione degli esorcismi, raccontando il momento in cui Amorth divenne una vera e propria istituzione nella lotta contro il Maligno, pur con alcune licenze poetiche che non fecero proprio piacere alla Chiesa.

È chiaro che alcuni argomenti restano ancora tabù, soprattutto se legati a tematiche religiose come il Diavolo e le possessioni. Nonostante lo scetticismo generale che aleggia su gran parte dell’umanità, viaggia sempre su un binario parallelo una certa curiosità verso questi eventi, spesso tenuti nascosti per evitare polemiche e discussioni inconciliabili. In fin dei conti, si tratta pur sempre di un atto di fede, del crederci o meno.

Viene però naturale porsi delle domande di fronte a fatti inspiegabili, almeno all’apparenza. Ed è qui che arriviamo a L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, che porta sul grande schermo la prima possessione ufficialmente documentata e, soprattutto, l’evento che ha acceso la miccia dell’intero genere cinematografico dedicato al Male e agli esorcismi (qui trovate un approfondimento sulla storia vera).

Con un grandissimo Al Pacino – che in passato interpretò Satana ne L’Avvocato del Diavolo – nei panni di un uomo di fede, David Midell racconta fedelmente e in maniera così immersiva da far vivere allo spettatore la battaglia tra bene e Male in primissima persona la storia che, di fatto, ha dato inconsapevolmente il via a molte altre, inaugurando un filone di genere acclamato e ricercato, voluto dal pubblico amante dell’horror.

Non è semplicemente corretto affermare che è grazie a questo esorcismo che l’argomento è oggi ampiamente sdoganato: è proprio grazie a questo esorcismo che il filone dell’horror demoniaco è nato. Se la Chiesa ha cercato a lungo di tenere sotto chiave questi eventi, fu proprio la documentazione – trapelata quasi per caso negli anni Trenta – a ispirare scrittori e registi, e a spalancare le porte a un terrore che ancora oggi affascina e inquieta milioni di spettatori.

Ecco dunque che L’Esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual assume un’essenza che va ben oltre il semplice film horror, diventando un vero e proprio racconto di un oscuro reale, la cui origine trova piena riprova in testimonianze e fatti. E l’avere paura è una diretta, inevitabile conseguenza.