Invenduto il bronzo da 70 milioni di Giacometti: timori nel mercato dell’arte [FOTO]

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Credits: Foto Imago via Tio
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Nessun compratore all’asta per il bronzo di Alberto Giacometti, considerato un’opera di sicuro appeal: il mercato dell’arte teme la crisi

Il bronzo di Alberto Giacometti, intitolato “Grande tête mince”, opera del 1955 e stimata a 70 milioni di dollari, è rimasto invenduto. Era considerato il pezzo forte all’asta di arte moderna di Sotheby’s a New York, lo scorso 13 maggio, ma l’offerta è arrivata “solo” a 64,25 milioni, non abbastanza per il venditore. L’opera è quindi rimasta senza compratore, in un silenzio imbarazzante.

La cosa preoccupa perché il mercato dell’arte teme che se anche un artista di primo piano come Giacometti può restare invenduto, la crisi possa essere dietro l’angolo. Vero è che altre opere alla stessa asta hanno comunque venduto molto: un Picasso per 15,1 milioni, e un O’Keeffe per 13 milioni.

Tuttavia, l’indifferenza per il bronzo di Giacometti – un ritratto del fratello dell’artista, Diego – fa sorgere timori. “Il fallimento del Giacometti farà riflettere molte eredità su dove e come vendere i propri capolavori”, ha detto Peter Bentley Brandt su ArtNews. Charles Stewart, il CEO di Sothesby’s, ha tentato di stemperare: “È stato un momento d’asta autentico. Il venditore credeva nell’opera e ha accettato il rischio”.

Si teme che questo sia solo un primo caso di un progressivo disinteresse per le opere di arte moderna, alcune delle quali sono del resto talmente eccentriche – come la “scultura invisibile” di Salvatore Garau – da incontrare spesso scetticismo pressoché ovunque tranne che appunto presso gli addetti ai lavori e gli artisti stessi. Il mercato dell’arte è davvero destinato a cambiare?

Fonte: Tio

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