A 40 anni compiuti, Salmo si presenta con un nuovo volto artistico e umano. Dopo una carriera costellata da successi, provocazioni e trasformazioni, il rapper sardo torna con Ranch, un disco che nasce dall’esigenza di ritrovarsi. Non è solo un album, ma il frutto di un percorso interiore e fisico: un viaggio verso un’idea di autenticità sempre più rara nella musica contemporanea.
Il titolo Ranch non è solo una suggestione. È un luogo reale: un rifugio immerso nella Gallura, in Sardegna, dove Salmo ha scelto di vivere dopo aver abbandonato Milano. Non una semplice scelta logistica, ma una presa di posizione.
Questo isolamento ha avuto anche una valenza terapeutica: l’allontanamento dai social e dalla vita pubblica ha permesso al rapper di riappropriarsi della propria creatività .
Ho ricreato nella mia testa un’isola felice: venivo da un periodo brutto e avevo bisogno di isolamento per ritrovare la creatività . Ho anche mollato i social con cui ho giocato e fatto il deficiente per anni
Lontano dai suoni della trap e dai canoni imposti dal mercato, Ranch è un lavoro intimo, personale, composto da 16 tracce senza la ricerca spasmodica del featuring di tendenza. L’unico ospite è Kaos, leggenda vivente dell’hip hop italiano. Un’ospitata che ha un significato profondo per Salmo:
Dovevo chiudere un cerchio. Ero un ragazzino con i denti storti, disagiato e che non parlava con nessuno… vidi un video con lui ospite di Neffa, si mangiò il palco: capii che volevo fare il rapper. Mi ha fatto uscire dal guscio
In questo disco il rapper si guarda allo specchio, compie un percorso di autoanalisi e si racconta senza filtri:
Nei dischi prima guardavo fuori dalla finestra, per non ripetermi, visto che la società non è cambiata molto dal tg che immaginavo in 90 minuti, qui mi sono guardato dentro: 40 anni è l’età giusta per fare autoanalisi. Il rap ti dà una scarica di ego, ho passato la vita a pensare di essere un duro e invece mi rendo conto di essere un bravo ragazzo
Uno degli episodi più emblematici di questa fase è il no a X Factor. Una proposta economicamente allettante, di addirittura un milione di euro, ma che Salmo ha rifiutato per motivi profondamente emotivi:
Nel 2019 ho fatto i provini, dicevo cose dure che piacevano, ho anche contrattato facendo un po’ lo str… e chiedendo sempre più ma alla fine ho mollato: sapevo che se un ragazzino mi avesse colpito avrei pianto in tv e non era il momento
Non c’è solo rap in Ranch: Salmo riprende le sue radici nel metal e nell’hardcore punk, lasciando spazio anche a influenze cantautorali. Brani come Incapace e Il figlio del prete rivelano un approccio musicale più aperto e maturo:
Forse è l’inizio di qualcosa… Di sicuro un’evoluzione della mia musica: non volevo fare solo un disco rap
Ogni traccia è accompagnata da un visual unico che, messi insieme, compongono un vero e proprio cortometraggio.
Il concept ruota attorno a un sopravvissuto a una guerra tra esseri umani e intelligenza artificiale. L’immagine finale è potente: un cadavere davanti al ranch.
È un concept parallelo: c’è una sorpresa che non voglio raccontare ma soprattutto non voglio influenzare nessuno dando la mia interpretazione
Il ritorno live comincerà il 6 settembre con il Lebonski Park, alla Fiera di Milano. Non sarà un semplice concerto, ma una sorta di festa popolare tra attrazioni da luna park e musica live:
Non volevamo lasciare il pubblico a cuocere sotto il sole – dice Salmo . Sarà una festa di paese con il toro meccanico, il tiro al bersaglio delle lattine e altre attrazioni, prima che parta l’inferno del concerto