Conclave, tra realtà e finzione
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La recente morte di Papa Francesco all’età di 88 anni ha riportato sotto i riflettori l’antico e misterioso rituale del Conclave, il processo attraverso cui la Chiesa cattolica elegge il nuovo Pontefice. In questo contesto, il film Conclave di Edward Berger ha registrato un boom di ascolti, con un aumento del 283% subito dopo la notizia della scomparsa del Papa. Ma quanto è accurata la rappresentazione cinematografica di questo evento riservato?
Un film di successo tra finzione e realtà
Tratto dal romanzo di Robert Harris e adattato per il grande schermo dallo sceneggiatore premio Oscar Peter Straughan, Conclave propone una versione romanzata e drammatica dell’elezione papale. Il film, che vede protagonisti attori del calibro di Ralph Fiennes, Stanley Tucci e John Lithgow, racconta una corsa al soglio pontificio densa di intrighi, rivalità e manovre politiche interne tra i cardinali.
Sebbene non si tratti di un documentario, il regista Edward Berger ha cercato di ricreare l’atmosfera e le dinamiche del Conclave con il massimo realismo possibile. Come ha dichiarato in un’intervista a The Hollywood Reporter:
È un approccio insensato. Primo, non ti aiuteranno, e secondo, non dovrebbero – riferendosi alla scelta di non interpellare direttamente il Vaticano per la consulenza sul film.
Ricostruzione fedele, ma con licenze narrative
Una delle fedeli ricostruzioni è l’ambientazione: nel film i cardinali vivono e mangiano insieme a Casa Santa Marta, una guesthouse all’interno del Vaticano. Anche se nel film si tratta di un set cinematografico, nella realtà i cardinali vengono effettivamente isolati lì durante tutto il periodo del Conclave.
Allo stesso modo, la procedura di voto mostrata nel film è accurata: si svolge all’interno della Cappella Sistina, dove ciascun cardinale scrive il nome del candidato prescelto su una scheda che viene poi inserita in un’urna sigillata. I voti vengono letti ad alta voce da un ufficiale, e se non si raggiunge la maggioranza dei due terzi, vengono bruciati insieme a un additivo che produce fumo nero. Quando invece si elegge il nuovo Papa, l’assenza dell’additivo fa sì che il fumo sia bianco, segnale al mondo dell’avvenuta elezione.
I ruoli ecclesiastici nel film: tra realtà e finzione
Nel film, il personaggio interpretato da Ralph Fiennes, il cardinale Lawrence, ricopre sia il ruolo di camerlengo sia quello di decano del Collegio Cardinalizio. Tuttavia, nella realtà queste due funzioni sono separate: il camerlengo è il cardinale Kevin Farrell, di origine irlandese, che ha annunciato ufficialmente la morte di Papa Francesco, ha sigillato l’appartamento papale e rotto l’anello del pescatore, simbolo della fine del pontificato.
Il decano del Collegio Cardinalizio, invece, è l’italiano cardinale Giovanni Battista Re, che presiederà il Conclave e chiederà al nuovo Papa il nome da assumere — compiti attribuiti nel film al personaggio di Lawrence.
Errore narrativo: il cardinale “in pectore”
Un’importante discrepanza rispetto alla realtà è l’inclusione, nel film, di un “cardinale in pectore“, Vincent Benitez (interpretato da Carlos Diehz), tra i partecipanti al Conclave. Nella dottrina cattolica, un cardinale in pectore è nominato segretamente dal Papa, spesso per ragioni politiche o di sicurezza, e la sua identità rimane riservata finché il Pontefice non decide di rivelarla. Tuttavia, fino a quel momento, questi non può partecipare al Conclave, cosa che nel film invece accade — attribuendogli anche un ruolo chiave.
In conclusione il film offre una versione avvincente e visivamente accurata del Conclave, pur prendendosi alcune libertà narrative che vanno tenute in considerazione per distinguere la realtà storica dalla finzione cinematografica.
Che ne pensate?