Come il buon vino, Demi Moore migliora con gli anni. Il suo abito scintillante di Giorgio Armani Privé era un tributo alla classe senza tempo, però perché i capelli sciolti col boccolo da cresimanda? Tutti convinti avrebbe vinto, prima fra tutti lei stessa, dato la sequela di discorsi senza fine fatti nei precedenti giorni su quanto sia stata dura la sua carriera e osteggiata la sua bravura, ma niente. L’Oscar se lo è beccato una più giovane e talentuosa facendo tremare tutti che avrebbe replicato il finale di The Substance decomponendosi sul palco.
Allarme rientrato, ecco Mickey Madison salire sul palco a prendere la statuetta per la sua intensa interpretazione nel film Anora, carinissima nel suo abitino Dior by MGC rosa con fiocchetto.
Meritatissimo anche l’oscar per miglior attrice non protagonista a Zoe Saldaña che però ha deciso di indossare una tenda bordeaux, vestito che si ispira ad uno d’archivio di Saint Laurent ma decisamente fatto male.
Timothée Chalamet avrà pensato ma perché non vestirsi da panetto di burro metti caso che vinco come miglior attore sai che bello essere ricordato con questo baffetto e rimanere negli annali in giallo canarino?
Per fortuna ha risolto tutto Adrien Brody, premio Oscar come miglior attore per The Brutalist, impeccabile nel suo smoking Armani, così elegante che gli perdoniamo i venti minuti di ringraziamenti che ad un certo punto pure il pubblico si è chiesto se avesse intenzione di leggere pure l’intera sceneggiatura del film. Se fosse accaduto sul palco di Sanremo avremmo sicuramente assistito a un Carlo Conti in preda a cristi isteriche per il troppo tempo perso. Per fortuna, il solerte Conan O’Brien aveva decisamente (purtroppo) meno fretta.
Gag comica con le foto dell’annuario di alcuni attori e quella di Chalamet in versione ecografia vecchia come un telefono a rotella e simpatica quanto lo sketch inutile di Adam Sandler che si veste male ed eccoci a Goldie Hawn che presenta miglior film di animazione.
Qui inevitabilmente la mente viaggia a quella fiala presa dalla Rossellini nel film La Morte Ti Fa Bella che forse ora le risulterebbe davvero utile. Speri fino alla fine che Isabella si alzi tra il pubblico ma niente, non succede e devi rassegnarti a Doja Cat che canta vestita di perline per addobbare l’albero di Natale e al momento In memoriam che sembra quello che in Hunger Games proiettano nel cielo alla fine di ogni giornata.
Rammaricati per non dire altro dal fatto che si scordano Alain Delon e che David Lynch meritava una puntata a parte, arriviamo al premio più atteso: Anora di Sean Baker conquista il premio Oscar come miglior film. Potente e intenso, ha sbaragliato la concorrenza.
Il discorso bellissimo del regista sull’importanza di vedere film al cinema e sulla rivincita delle pellicole indipendenti fatte con pochi soldi ma tanto cuore, ma soprattutto la vittoria di due film (Anora e The Brutalist) che fanno a pezzi il sogno americano, alla fine ha reso questa notte davvero miracolosa.
Qual è stato il vostro momento preferito di questi Oscar 2025?