Flight Risk: Gibson cambia rotta e Wahlberg fa il cattivo

Con Flight Risk Mel Gibson cambia completamente rotta ed è pronto a regalarci un thriller ad alta quota con Mark Wahlberg inaspettato antagonista

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Con Flight Risk Mel Gibson torna inaspettatamente alla ribalta con un thriller adrenalinico ad alta quota in odor d’anni 90

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Chissà che fine ha fatto il millantato sequel de “La passione di Cristo”. Work in progress? Oppure un progetto del tutto abbandonato? Intanto, esce a sorpresa il trailer di “Flight Risk”, nuova fatica dietro la macchina da presa di Mel Gibson, uno che con soli cinque film da regista all’attivo dal 1993 è tra gli autori più controversi di Hollywood. E rispetto alla poetica “gibsoniana” è già un dichiarato cambio di rotta questo “Flight Risk”, così adagiato sulla facilità di un genere (l’action ad alta quota) apparentemente lontano da tematiche urticanti (come ad esempio “L’uomo senza volto”) o di grande richiamo.

Un genere che viene dritto dagli anni ’90, quando si producevano chicche come “Turbulence”, “Passenger 57 – Terrore ad alta quota”, “Decisione critica”, “Air Force One”: mercanzia succulenta, spesso e volentieri abbastanza sopra le righe da divertire a più non posso, ma più coinvolgente e compatta di tanti action movies di oggi.

Ma a cosa fa capo questa poetica d’autore? Chi è il Mel Gibson dietro la macchina da presa? Alla sua prima prova, il già citato “L’uomo senza volto”, Mel Gibson smonta – in quanto anche attore protagonista del film – la propria aurea da sex symbol interpretando un personaggio dal volto sfigurato che si affeziona a un ragazzino problematico, con consecutio di pregiudizi da parte della comunità. Un buon film, anche se forse è il suo meno interessante.

Di lì a un paio d’anni sarebbe arrivato “Braveheart”, 5 Oscar e consacrazione alla leggenda: un colossal inarrivabile sul quale è inutile spendere ulteriori elogi. Con “La passione di Cristo” Gibson ha poi realizzato il più sanguinario, scandaloso, controverso e – per molti – appassionante film biblico di sempre. Cose che a Hollywood non si vedevano da decenni. Segue a stretto giro lo straordinario “Apocalypto”, uno dei più bei film d’avventura del millennio in grado di coniugare spettacolo, esigenze di mercato e spessore storico come forse non capitava da “L’ultimo dei Mohicani”.

Il penultimo diretto dal nostro è “La battaglia di Hacksaw Ridge”, un war movie furente e trucidissimo che guarda a Fuller ed è ulteriore testimone della potenza espressiva di quello che è un autore a tutto tondo. Film accomunati da una passione interiore che muove i protagonisti, fortemente intrecciata col contesto storico di riferimento, spesso animata da un fervore religioso indomito (Gibson è notoriamente un devoto cattolico), concernente poi racconti e scenari dai richiami epici.

Quindi, cosa c’azzecca tutto questo con “Flight Risk”? Assolutamente niente, ed è qui che sta il bello! Consapevoli che l’ex-Mad Max sia dotato di una capacità rara di affondare nell’anima e suscitare emozioni forti, la curiosità di quello che ci riserverà “Flight Risk” è alle stelle. Crediamo troppo in Mel per temere che questa prova sia solo una pausa disimpegnata, anche se ci sarebbero tutti i presupposti per pensarlo (un’ulteriore indicazione la fornisce la durata: solo novantuno minuti).

Ma c’è di più: c’è Mark Wahlberg che – lo palesa già il trailer – fa il cattivo! Ora, senza avere in mente con totale chiarezza tutti i film interpretati da Wahlberg dall’alba dei tempi, ci sembra di ricordare che questo sia capitato solo e unicamente con “Paura” di James Foley, 1996. Un attore che ha sempre incarnato il lato goliardico, fanfarone, celebrativo e patriottico dell’americano medio e che ritroviamo in “Flight Risk” nelle vesti di un killer mafioso e schizoide, peraltro insolitamente imbruttito da una senile calvizie.

Insomma, “Flight Risk” è senza dubbio il titolo più curioso dell’anno, quello dal quale non sapere cosa aspettarti, quello che tradisce preconcetti e aspettative. Come si dice? Hype alle stelle.