Gli 11 Migliori Film del 1982 da vedere assolutamente [LISTA]

Dai magnifici effetti speciali di E.T. - L'extra-terrestre al travagliato Fitzcarraldo, ecco 11 opere che hanno segnato il 1982.

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Fitzcarraldo – Werner Herzog (1982)

Fitzcarraldo, Werner Herzog

Amazzonia, tra fine Ottocento e inizi Novecento. Brian Sweeny Fitzgerald (Klaus Kinski), pronunciato più facilmente “Fitzcarraldo” è un uomo d’affari che desidera costruire un teatro d’Opera nel villaggio sperduto di Iquitos. Per finanziarlo, la moglie (Claudia Cardinale) lo convince a entrare nel mercato del caucciù, i cui alberi, però, si trovano in un punto molto pericoloso. Ma Fitzcarraldo ha in mente un piano…

Fitzcarraldo, oltre a essere il capolavoro del maestro Werner Herzog, è anche uno dei film più impegnativi e travagliati di sempre. La produzione, infatti, fu costellata di incidenti sul set, ritardi e problemi sia legati al paesaggio che al cast. In particolare, il regista si trovò in grande difficoltà a lavorare con Klaus Kinski, con cui istituì, da Aguirre – Furore di Dio (1972), un sodalizio di amicizia-inimicizia. All’attore Herzog dedicò, nel 1999, il documentario Kinski, il mio nemico più caro, con backstage tratti anche da Fitzcarraldo.

La storia del film si ispira al peruviano Carlos Fitzcarrald, che fece realmente issare la nave sopra una montagna. Tuttavia, a Werner Herzog interessava la sua tenacia nel realizzare il proprio sogno, tradotta nel mantra “Chi sogna può muovere le montagne“. E appare anche evidente il legame tra il film e il trascorso personale del regista, che non voleva assolutamente abbandonare il progetto. Nonostante la frenesia, comunque, le geometrie sono ponderate e non manca un certo simbolismo.

Fitzcarraldo, interpretato da un superbo Klaus Kinski, è un personaggio completamente lontano dalle dinamiche capitaliste che muovono gli uomini. Infatti, egli non considera il denaro come fine, ma come mezzo per realizzare un sogno. Il finale del film, fortemente evocativo, riesce inoltre a catturare il potere dell’Arte, capace di legare popoli e culture diverse.

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Entity – Sidney J. Furie (1982)

Entity, Sidney J. Furie

Carla Moran (Barbara Hershey) è una giovane madre di famiglia, composta da tre figli. Una sera, dopo aver messo a letto le due piccole e aver salutato il più grande, si corica per riposare. Ma all’improvviso un’oscura entità la attacca, infliggendole una feroce violenza. Carla racconta l’accaduto ad altre persone, ma nessuno le crede: la presenza paranormale è infatti invisibile…

Considerato dal regista Martin Scorsese uno dei film più spaventosi di tutti i tempi, Entity si ispira al vero caso di Doris Bither. Famoso per essere la vicenda paranormale più documentata della storia, esso riguarda proprio una donna alle prese con un’entità minacciosa invisibile. Pur riprendendo molti aspetti della vicenda, non vengono mostrate le reali condizioni di vita di Doris Bither, alcolizzata e trasandata.

Lo stile del regista Sidney J. Furie si appoggia alla peculiare fotografia di Stephen H. Burum. Molte inquadrature sono oblique, per dare un senso di tensione e incombenza. Inoltre, la scena fa spesso uso delle sole luci naturali per ottenere un maggior realismo e amplificare il senso di pericolo vissuto in primis dalla protagonista.

Alla sua uscita il film scatenò alcune proteste da parte delle suffragette, ossia le sostenitrici dei diritti di emancipazione delle donne. Il tema principale del film, la violenza sulla donna, sia sessuale che psicologica, è infatti mostrato con una molta veemenza. Oltre all’entità, anche chi cerca di aiutarla la soffoca emotivamente, arrivando anche a metterla letteralmente in gabbia.

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Tenebre – Dario Argento (1982)

Tenebre, Dario Argento, 1982

Peter Neal (Anthony Franciosa), è a Roma per presentare il suo nuovo libro giallo, Tenebrae, accompagnato dall’agente Bullmer (John Saxon) e dall’assistente Anne (Daria Nicolodi). Oltre a un tentativo di furto, un altro evento scuote la vita dello scrittore. Infatti, l’investigatore Germani (Giuliano Gemma) lo informa di un omicidio in cui è coinvolto proprio il suo nuovo libro…

Dopo i primi due capitoli sulla “trilogia delle madri”, Dario Argento torna al giallo, genere che lo ha lanciato a livello internazionale. Il regista, forte anche della sua esperienza nell’horror, aumenta la dose di violenza nelle scene. Per questo motivo, Tenebre ha avuto diversi problemi con la censura, che chiese dei tagli alle scene più scioccanti.

L’opera, forse la più sottovalutata dell’autore, presenta una notevole costruzione dell’immagine, impreziosita dalla composizione cromatica delle inquadrature. Nonostante il titolo, la maggior parte del film è girata in pieno giorno, con illuminazione intensificata nei momenti più onirici. Argento ha dichiarato quanto Possession (Andrzej Żuławski, 1981) abbia influenzato la sua tecnica.

L’ispirazione per la storia deriva da un avvenimento autobiografico del regista. Egli, infatti, dichiarò di aver preso spunto da un ammiratore che lo telefonava di continuo, giungendo a minacciarlo di morte. Ecco spiegato il motivo per cui Tenebre è caratterizzato da così tanta tensione, ulteriormente evocata dalle musiche dei Goblin.