10 Film da vedere se hai amato La Regina degli Scacchi [LISTA]

Consigli cinefili per sopperire alla seconda stagione de La Regina degli Scacchi (che non vedremo mai).

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10 Film da vedere se hai amato La Regina degli Scacchi

Sguardi nel vuoto – Scott Frank (2007)

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Sguardi nel Vuoto

L’unico lavoro da regista di Frank prima della prova della vita via Netflix è invece questo piccolo thriller di metà anni 2000. Pur con con tutte le convenzioni del tempo, gli aspetti interessanti di The Lookout sono diversi; e in termini di poetica, è già facile inquadrare i semi di quelle tematiche che verranno finalmente sviscerate dalla miniserie.

La confezione di Sguardi nel Vuoto è superficialmente quella del thriller psicologico ultra-cerebrale di chiara matrice fincher-nolaniana (ai tempi tra i più redditizi filoni dell’industria hollywoodiana, ancora per poco innamorata del poliziesco). Ma è soprattutto un altro racconto di menti in bilico, della grande ambiguità che lega l’handicap al dono (in)naturale.

Pawn Sacrifice – Edward Zwick (2014)

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Pawn Sacrifice

Se esiste un equivalente scacchistico del Frazer-Ali della boxe, questo è sicuramente la partita Fischer-Spasskij del 1972: uno di quei grandi eventi ludico-sportivi noti universalmente anche ai più ignari, e da subito capaci di farsi mito contemporaneo. La sfida tra il fenomeno americano e l’avversario sovietico fu l’evento più importante nella storia della disciplina, suo apice mediatico e culturale, in grado di coinvolgere persino quanti non sapessero distinguere pedoni dagli alfieri.

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Pawn Sacrifice – La Grande Partita è l’unico film, sicuramente in ambito narrativo, interamente dedicatogli. Passato semi inosservato, è un lavoro assolutamente godevole per gli appassionati, con una delle ultime grandi prove di Tobey Maguire nei panni del leggendario e turbolento campione statunitense.

Molly’s Game – Aaron Sorkn (2017)

Molly's, fame, red sparrow
Molly’s Game

Parlando di formule, il film con giovani donne geniali in ambienti di dominio maschile ha preso un’impennata importante negli ultimi anni; un cinema capace di attirare infine anche l’interesse di autori rilevanti, attratti tanto dall’idea di affrontare i mutati rapporti di genere, come dal sempre fresco appeal popolare della guerra tra sessi.

Aaron Sorkin in persona ha scelto una storia tutt’altro che lontana dal filone per il suo esordio alla regia, traslando un discorso non dissimile da quello scacchistico Netflix sul mondo ben più feroce dei tornei di poker. Non il massimo, ma pur sempre una visione d’autore – con Bill Camp, vero caratterista, nel suo classico ruolo paterno poi riproposto nella miniserie.

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