1966: 10 capolavori da vedere regista per regista [LISTA]

Il 1966 è stato forse il maggior anno di piena del cinema. Vediamo come ogni regista della lista ha segnato la storia in quell'anno.

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La battaglia di Algeri – Gillo Pontecorvo (1966)

La Battaglia di Algeri: in blu-ray il capolavoro di Pontecorvo (recensione)  | Anonima Cinefili

Leone d’oro a Venezia nel 1966; diciannovesimo nella lista dei 100 migliori film di sempre secondo la BBC (in cui sono contenuti anche altri film elencati nel presente articolo); selezionato nel 1966, insieme con Uccellacci e uccellini (Pier Paolo Pasolini) e Signore & signori (Pietro Germi) nella lista dei 100 film italiani da salvare; citato da Refn tra i suoi 14 film preferiti; menzionato nella lunga lista di film amati da Stanley Kubrick. Niente male.

La battaglia di Algeri, di produzione italo-algerina, riflette su vicende storiche contemporanee, ossia sulla guerra d’Algeria (1954-1962). In apertura abbiamo un raid di alcuni parà francesi, che irrompono in un palazzo all’interno della casbah di Algeri e si piazzano dietro una parete.

Dietro un apparente pannello di mattonelle si nasconde in realtà una nicchia che contiene il rivoluzionario Ali La Pointe (Brahim Haggiag), insieme ad altri compagni. Poco prima dell’esito finale (cattura, fuga o uccisione?), il ragazzo rivive attraverso un flashback le sue vicende all’interno dell’FLN, il Fronte di Libertà Nazionale.

Gillo Pontecorvo decise di girare in bianco e nero e di sgranare l’immagine, per dare al film un aspetto da reportage. L’intento principale era proprio quello di realizzare un lungometraggio verità che però avesse valenza di fonte storica, più che di intrattenimento.

Abbiamo, quindi, spesso inquadrature simili a servizi d’inchiesta, che pongono l’opera in bilico tra fiction e filmato di repertorio. Celebri sono alcune sequenze: le manifestazioni; l’ondata di omicidi perpetrati dall’FNL ai danni di alcuni gendarmi francesi; la sequenza della doppia esplosione in due bar diversi.

La minuziosa ricostruzione storica non si limita agli eventi: il film racconta nel dettaglio le tecniche d’indagine adoperate dai francesi e le fasi di pianificazione della lotta armata da parte degli algerini. Viene, infine, sviscerata la struttura piramidale dell’FLN, descritta nei minimi particolari dal colonnello Philippe Mathieu, interpretato da Jean Martin, l’unico attore professionista.