Will Smith: Le 10 (+1) interpretazioni da ricordare

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5) Sette Anime, Gabriele Muccino, 2008

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Questo è il secondo film nato dal sodalizio tra Will Smith e Gabriele Muccino dopo il successo de La Ricerca della felicità del 2006. In questa pellicola l’attore di Philapdelphia tira fuori tutto il suo talento drammatico, interpretando una parte notevolmente complessa.

Il film è infatti focalizzato su un protagonista assoluto, Tim Thomas che deve trovare 7 persone buone alla quali donare una parte di sé in modo da riscattare una grave colpa del passato.

Sette Anime è una continua discesa nell’animo tormentato dell’uomo che anche quando trova l’amore, per il quale sacrificherà la sua vita, non riesce mai a mostrare una reale felicità.

Smith è fantastico nell’anteporre a qualsiasi espressione, la maschera malinconica e triste che guida il destino di Tim. Con gli ultimi lavori l’attore ha marcato decisamente troppo questa sua verve drammatica, scadendo a volte nell’esagerazione macchiettistica.

In questo 7 anime invece è semplicemente perfetto; lo spettatore non si sente mai escluso dalla performance ma anzi, vive insieme a Tim nel suo disagio interiore.

Il suicidio finale del protagonista, messo in atto grazie all’utilizzo della letale cubomedusa, è senza dubbio uno dei momenti più alti della carriera drammatica di Will Smith.

4) Men in Black, Barry Sonnenfeld, 1997

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Questo film, insieme a Independence Day e al primo capitolo di Bad Boys, segna la totale esplosione di Will Smith nel firmamento delle stelle hollywodiane. Il film racconta di una società segreta che gestisce l’attività aliena sulla Terra nella quale viene arruolato il burrascoso agente della polizia James Edwards, che da questo momento in poi sarà conosciuto semplicemente come J.

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Smith qui fa vedere quanto di buono aveva mostrato negli anni precedenti, tirando fuori una performance indimenticabile. La simpatia dell’ex Principe di Bel Air, la sfacciataggine del capitano Hiller e il machismo di Mike Lowrey, tutto fuso in un unico, incredibile personaggio.

L’avere di fianco attori del calibro di Tommy Lee Jones e Vincent D’Onofrio riesce a non mettere in secondo piano Smith che anzi, diviene forse il personaggio più amato dell’intera saga.

Se il film è divenuto un’autentica pietra miliare nella cultura pop degli anni’90, molto del merito va sicuramente ricercato nella prova attoriale di Will Smith; poco ma sicuro.

3) Io Sono Leggenda, Francis Lawrence, 2007

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Di film post-apocalittici ce ne sono davvero fin troppi, tuttavia questo Io Sono Leggenda è uno di quelli che viene maggiormente apprezzato tra quegli usciti negli ultimi anni. Gran parte del merito va alla performance di Will Smith, protagonista assoluto che tira fuori una prestazione da ricordare.

Nel film l’attore deve affrontare diverse situazioni davvero lontanissime l’una dalle altre. Deve combattere senza paura delle temibili creature notturne, deve trovare il modo di fidarsi di alcuni superstiti di cui non aveva idea dell’esistenza, deve superare il lutto per la morte del fidato cane Sam, suo unico compagno di vita.

Smith in ognuno di questo frangenti è eccezionale. Prode senza l’ombra di timore quando ha di fronte le creature, timoroso e insicuro quando si trova di fronte altri esseri umani, disperato quando abbraccia il suo cane morente.

Una prestazione davvero poliedrica che rimarca il talento di un attore troppo spesso considerato un puro action man. Con questo lavoro riesce a trasformare quello che avrebbe potuto essere un trascurabile B-Movie in una delle opere più riuscite della sua filmografia, tutt’ora ricordato con piacere da molti appassionati. Terzo posto stra-meritato.

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2) Una famiglia vincente – King Richard, Reinaldo Marcus Green, 2021

Will Smith

Nel 2022 Will Smith riesce finalmente a vincere il tanto agognato premio Oscar e lo fa con una performance di livello altissimo. Interpreta infatti Richard Williams, padre delle celeberrime tenniste Venus e Serena che è riuscito, con rigore militare e con disciplina assoluta a tenere le sue giovani figlie lontane dalla strada e dalle cattive compagnie e a portarle sul campo da tennis, fin sull’Olimpo di questo sport.

Il nostro tira fuori tutta l’esperienza maturata in oltre trent’anni di carriera e regala una prestazione sentita, pregna di significato. La sua mimica e la sua espressività fisica sono al massimo in carriera. Grazie a queste riesce a rimandare allo spettatore tutta la gelida, almeno all’apparenza, personalità di un uomo così imperscrutabile come Richard Williams. La chimica con Aunjanue Ellis, Saniyya Sidney e Demi Singleton, interpreti rispettivamente della moglie del protagonista, Brandi, di Venus e Serena è assolutamente perfetta. Se Smith ha portato a casa l’Oscar, gran merito va anche a loro.

Per tutta la lunghezza del film, l’attore di Philapdelhia riesce a mostrare la doppia faccia di un uomo rigido e asutero ma allo stesso tempo dolce e profondamente innamorato della sua famiglia. Una performance poliedrica, commovente e intensa. Non avrebbe potuto stare al primo posto perchè il Nostro una prova del genere e anzi, superiore, l’aveva già fatto. Tuttavia si tratta sicuramente del film della sua vita. Medaglia d’argento imprescindibile.