V per Vendetta, la Vera Storia di Guy Fawkes e del 5 Novembre

Scopriamo insieme la vera storia di Guy Fawkes, l'uomo che ha dato il volto alla maschera del protagonista di V per Vendetta.

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La congiura delle polveri

Nel 1604 Guy Fawkes entra a far parte di un gruppo di 13 cospiratori cattolici inglesi, capeggiato da Robert Catesby. Il loro obiettivo era quello di uccidere il Re protestante d’Inghilterra che era colpevole, a loro parere, di aver tradito le aspettative del popolo cattolico.

L’omicidio del re avrebbe portato sul trono sua figlia Elizabeth, di soli 9 anni. La speranza dei cospiratori era quella di far diventare il paese una Monarchia Assoluta di stampo cattolico sul modello francese e spagnolo. Così facendo sarebbero finite le persecuzioni subite per via del loro credo.

Il piano era quello di far saltare in aria la Camera dei Lord durante l’apertura dei lavori parlamentari. In quell’occasione sarebbero stati presenti non solo tutti i membri del Parlamento ma anche il Re stesso e una parte dell’aristocrazia inglese. Si trattava quindi di un vero e proprio attentato politico che sarà ricordato come Gunpowder Plot o Congiura delle Polveri.

Da qui in poi, Guy Fawkes utilizzerà lo pseudonimo di John Johnson per non destare sospetti. Per attuare il loro piano, i congiurati riuscirono ad affittare una cantina perfettamente ubicata sotto l’aula del Parlamento. Questo era il nascondiglio perfetto per la polvere da sparo. I barili esplosivi erano addirittura 36 e avrebbero portato alla distruzione non solo del Parlamento ma di tutta l’area di Westminster.

Dopo ben 18 mesi di preparazione era tutto pronto: il colpo sarebbe avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 di novembre allo scoccare della mezzanotte e si decise che sarebbe toccato proprio a Guy Fawkes accendere la miccia che avrebbe innescato il grande attentato.

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Il piano fallito

L’elaborato piano terroristico fu però sventato grazie ad una lettera anonima che avvertì un membro del parlamento, Lord Monteagle. La missiva avvisava il Lord di non recarsi a Westminster a causa di un imminente pericolo. Si suppone che, ad inviare la lettera anonima, fu Francis Tresham, cugino di Lord Monteagle, che faceva parte dei cospiratori e che ebbe dei dubbi sull’attentato visto che sarebbero morte persone a lui imparentate. Nessuno però scoprì se questa teoria fosse vera.

Quando Fawkes si recò nella cantina, nella stanza irruppero le guardie reali che lo colsero in flagranza di reato con in mano la miccia da una parte e dall’altra un orologio per programmare il minuto esatto della deflagrazione. I parlamentari, come da prassi, inaugurarono quindi la seduta alla mezzanotte del 4 novembre del 1605, mentre Fawkes venne arrestato immediatamente e portato al cospetto di Re Giacomo I.

Torture

Davanti al re, Guy Fawkes mantenne un atteggiamento di aperta sfida, e non nascose le sue reali intenzioni. Infatti dichiarò di avere solo il rimpianto di non essere riuscito nell’impresa. Con il suo atteggiamento, John Johnson si guadagnò inaspettatamente però la stima del Re, che apprezzò il suo coraggio.

Dopo l’arresto di Fawkes, entrò in scena anche Robert Cecil, primo conte di Salisbury, una specie di ministro della polizia, conosciuto per il suo odio nei confronti dei cattolici. Nonostante l’ammirazione nei confronti del suo attentatore, il Re dovette ugualmente ordinare di sottoporre l’indagato a tortura per far si che rivelasse il nome dei suoi complici. ”Che lievi torture vengano inizialmente utilizzate su di lui, et sic per gradus ad maiora tenditur (e quindi vengano incrementate sino alle peggiori)”.

Moltissimi anni dopo, il reverendo gesuita John Gerard sostenne, nel suo libro intitolato Condition of Catholics under James I, che il conte di Salisbury architettò l’attentato e che l’avesse ordito per giustificare una grandissima operazione di pulizia religiosa. I congiurati, quindi, erano realmente intenzionati ad uccidere il Re ma erano stati attratti a loro insaputa in una trappola fabbricata da Salisbury. Anche in questo caso la verità purtroppo è ancora avvolta nel mistero.

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La tragica morte

Dopo due giorni di atroci sofferenze, Fawkes rivelò la sua vera identità e i nomi di tutti gli altri cospiratori. Al seguito di un processo sommario, tutte le persone coinvolte nella Congiura delle Polveri furono condannate a morte, colpevoli di alto tradimento. Ultimo dei suoi compagni, Guy Fawkes venne impiccato il 31 gennaio del 1606 di fronte all’edificio che avrebbe dovuto distruggere. Indebolito dalle numerose torture alle quali era stato sottoposto, perse l’equilibrio e cadendo la corda del cappio gli ruppe il collo, uccidendolo sul colpo.

Il suo cadavere, come quello degli altri condannati, fu mutilato attraverso la recisione dei genitali, la decapitazione e l’esportazione dell’intestino e del cuore. Infine i suoi resti vennero sparsi ed esposti in varie parti della città, come mangime per volatili e come monito per chi pensasse di opporsi ancora alla monarchia. Le autorità inglesi, inoltre, arrestarono e torturarono non solo gli attentatori della congiura, ma anche dozzine di inglesi cattolici innocenti.