Starcrash – Quando il cinema italiano volle imitare Star Wars

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Starcrash – Scontri stellari oltre la terza dimensione, il titolo già da solo dovrebbe far capire anche allo spettatore meno esperto in che visione si sta cimentando.

Era il 20 ottobre 1977 e nelle sale dei cinema d’Italia usciva Star wars, di George Lucas. Un film destinato a lasciare un segno indelebile nella storia del cinema, e non solo. Un film, insomma, che ha marchiato i cuori degli spettatori d’ogni generazione. Un cult, una pietra miliare. Tra il pubblico di quel primo capitolo della saga di Lucas, c’era anche Nat Wachsberger. Un produttore alle prime armi che chiese a Luigi Cozzi di creare un film simile.

Così nacque, Starcrash. Sebbene quasi evidente il tentativo di capitalizzazione di Star wars, Cozzi affermò sempre che il progetto di Starcrash fu elaborato prima dell’uscita del film di Lucas. E che anzi appartenesse al genere “science fantasy” in opposizione al genere fantascientifico del film americano.

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Ma il risultato finale fu ben lontano dal raggiungere l’epicità e il successo di Star Wars. Inizialmente Starcrash fu prodotto con i finanziamento dell’American international pictures, che tuttavia una volta visionato il montaggio finale si tirò indietro. Forse inorridita. Subentrò al suo posto la New world picture che riversò sul mercato la pellicola. Per la quale era produttore persino Roger Corman, indiscusso re dei film di serie B, il “papa del cinema pop”.

Starcrash all’uscita fu immediatamente accolto da critiche negative, che ne evidenziavano il tentativo di emulazione di film di fantascienza dello stesso periodo, come tra gli altri anche Flash Gordon e Star Trek. Risultando infine una parodia di quegli stessi film, in cui sia la storia che i personaggi sembravano appena abbozzati. Una delle caratteristiche apprezzate però furono le musiche di John Berry, al quale Cozzi impedì la visione del film, temendo potesse decidere di abbandonare il progetto. La composizione delle musiche fu offerta inizialmente ad Ennio Morricone, che per sua fortuna ebbe la lungimiranza di rifiutare.

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Eppure, con il passare degli anni Starcrash ha radunato attorno a se schiere di fan. Appassionati dal filone, per il divertimento, le citazioni e gli omaggi presenti. Basti pensare che Eli Roth, l’orso ebreo in Bastardi senza gloria, e regista tra gli altri di Green inferno e Hostel, ha dichiarato che Starcrash è uno dei suoi film preferiti.

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Ma di cosa parla Starcrash? Imita effettivamente Star wars?

Ebbene, la fuorilegge Stella Star (un nome forse poco originale e appena ridondante, che richiama forse Han Solo con la sensualità della principessa Leila, connubio intrigante) e l’amico Akton vengono catturati dalle astronavi dell’Impero. Ma presto vengono liberati dall’imperatore stesso, niente di meno che Christopher Plummer, che chiede loro aiuto, conoscendo le loro abilità di piloti e navigatori (guarda un po’, e il Milleniun falcon?). Contro il perfido conte Zarth Arn e le sue mire dominatrici sull’intero universo. Ma i 2 vengono catturati su un pianeta popolato da uomini primitivi, e poi salvati da David Hasseloff. Proprio così, David Hasseloff, che veste i panni del giovane Raima.

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Sullo stesso pianeta la compagnia trova la base del conte, che li cattura. Intenzionato a distruggere il pianeta sul quale sta per arrivare proprio l’imperatore, in soccorso dei nostri eroi. Ma il piano del conte fallisce, grazie al sacrificio di Akton, che permetti agli altri di scappare e mettersi in salvo. Ma contro l’imperatore ecco opporsi ora un gruppo di ribelli; insomma la ribellione, già.

Ma non vogliamo dirvi proprio tutto, se questo assaggio vi ha incuriosito vi consigliamo di vedere il flim. Sicuarmente non ai livelli della epica saga fantascientifica da cui prende spunto, ma un divertente passatempo.

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