Le 20 migliori cover di canzoni italiane – Parte II

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9 La pioggia di Marzo, Ivano Fossati

Bisogna innanzitutto specificare che La Pioggia Di Marzo è la versione italiana di Águas de Março del cantautore brasiliano Antonio Carlos Jobim. Ma quella di Ivano Fossati non è la cover italiana “ufficiale”, che invece è cantata da Mina, quindi va considerata una reinterpretazione di quest’ultima e con essa la poniamo a confronto.

Mina la pubblica nell’album Frutta E Verdura nel 1973, solo un anno dopo la pubblicazione dell’originale. E si sente infatti tutta la sua influenza sull’interpretazione di Mina, che sembra fare il verso (sempre alla Mina, quindi egregiamente) al modo di cantare in portoghese e del genere della bossa nova.

Fossati la esegue dal vivo e la inserisce nel suo primo album live Dal ViVo Volume I – Buontempo (1993). La versione di Fossati presenta un arrangiamento ricco che se da un lato si distanzia dalla versione originale, dall’altro mantiene un richiamo esotico, in linea con gran parte degli altri brani dell’album e del tour registrato; non a caso la canzone viene eseguita subito dopo Panama, senza stacchi, unendole in modo brillante.

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8 – Bambino, Bandabardò

Anche questa canzone presenta una catena notevole nei passaggi della sua storia. In origine era Guaglione, canzone in napoletano del 1956, firmata da Nicola Salerno e Giuseppe Fanciulli. Dalida la porta al successo cantandola in francese ed il titolo diventa Bambino. Seguono una quantità infinita di interpretazioni del brano.

La Bandabardò nel 2008, nell’album Ottavio, mischia le carte: il titolo è Bambino, le strofe sono in francese della versione di Dalida mentre il ritornello è in napoletano. In apertura, la canzone fa eco alla versione francese, citandone l’inizio, ma subito dopo inizia una rivisitazione notevole con un arrangiamento folk in piena sonorità Bandabardò, rendendo ancora più popolare un brano che fa parte dell’immaginario classico italiano.