Film che dividono il pubblico – la lista aggiornata

Successo e flop. Capolavoro e passo falso. La separazione tra i concetti è una questione di film che dividono il pubblico. Eccone una lista aggiornata.

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7. Kill Bill: Vol. 1, Quentin Tarantino (2003)

la scimmia fa schifo (vediamo se lo trovate) film che dividono il pubblico

Film che dividono il pubblico

Venticinquesimo su cinquanta, Tarantino riesce sempre ad essere l’ago della bilancia, in questo caso tra film i meno criticati e i più criticati. Ma il suo cinema, lo sappiamo, o lo si ama o lo si odia.

Spiegare le motivazioni della discordia per Kill Bill è come cercare di separare le correnti marine le une dalle altre. Fanno tutte parte dello stesso mare, ma con direzioni e temperature differenti. Bisognerebbe farlo per tutta la filmografia di Tarantino.

Il film in questione, tra i due volumi, è quello di influenza orientale, coi suoi costanti rimandi al cinema di arti marziali, a Bruce Lee, a Fukasaku e al manga. Vol. 2 è invece quello più occidentale, che abbandona il kung-fu per uno stile più western e leoniano.

Beatrix, abile omicida, si innamora di Bill. La donna decide di abbandonarlo una volta scopertasi incinta. Sta per risposarsi, ma Bill e la sua banda giungono in chiesa per fare una strage, mandandola in coma ancora in attesa del nascituro. Risvegliatasi anni dopo, ignara del destino del neonato, Beatrix uccide uno per uno i membri della banda, tenendo Bill per ultimo.

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Qui, come in Deathproof, troviamo un Tarantino dedicato alla rappresentazione di ciò che più gli piace. Assembla, cita in continuazione, esagera e mescola stili di regia, cartoon e pellicola, con sottofondi musicali quasi assurdi quanto geniali. Il risultato è veramente unico e discordante.

Il mix tra film fatto bene e citazione del kung-fu conduce lo spettatore alla scoperta di un mondo, quello di Kill Bill, fatto esclusivamente di citazioni e finzione, attingendo dai migliori prodotti del cinema orientale e dalle emozioni umane più profonde.

Com’è logico intuire, un film del genere, o unisce o divide.

6. Cloud Atlas, le Sorelle Wachowski (2012)

Cloud Atlas, delle Sorelle Wachowski, è stato un film poco convincente. Qui vediamo la protagonista in mezzo a delle futuristiche guardie di polizia, in un antro oscuro, prima che venga giustiziata. Film che dividono il pubblico lo colloca al sesto posto.

Film che dividono il pubblico

Metacritic lo posiziona al ventunesimo posto.

Dopo i due capitoli conclusivi della saga di Matrix, le Wachowski dovevano fare particolare attenzione a ciò che facevano.

Il misticismo a cui le registe sono profondamente legate è uno degli elementi chiave dell’opera, che ben rappresenta il genere dei film che dividono il pubblico.

Adattamento de L’Atlante delle Nuvole, il film ha sei storie ambientate in sei epoche diverse, tra passato presente e futuro immaginario, per affrontare, grazie ad un magistrale, ma straniante, montaggio parallelo, i temi dell’effetto farfalla attraverso lo scorrere del tempo, e della reincarnazione.

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Ogni azione compiuta nelle varie epoche storiche ha ripercussioni sul futuro, come a voler dare forma alla volontà del passato, come entità senziente, che condiziona irrimediabilmente il futuro.

Esteticamente molto curato, Cloud Atlas patisce il modo in cui le tematiche vengono sfruttate durante la narrazione, conducendo lo spettatore ad uno sforzo di concentrazione molto alto, a discapito della comprensione di ciò che l’intreccio tra le varie storie vuol significare.

Si perde facilmente il filo, a discapito della buona intenzione di partenza delle Wachowski, che desiderano dare il loro contributo a quel frangente di cinema che si occupa del trattamento del tempo come entità narrativa da manipolare.

Il maestro della distorsione del tempo, Christopher Nolan, ha sicuramente influenzato lo stile in cui il film è stato concepito e montato e ci sono dei segni piuttosto evidenti della sua influenza.

Peccato che a conti fatti, sebbene le Wachowski abbiano fatto il meglio che potevano con ciò che avevano a disposizione, il risultato sia fin troppo straniante, e non si riesca a tenere il filo.