10 album alla scoperta del krautrock

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Tangerine Dream – Phaedra (1974)

Phaedra

Si può legittimamente parlare dei Tangerine Dream come dei Pink Floyd tedeschi, per quanto rispetto al quartetto inglese essi si mantengano su uno stile ben più astratto. Abbiamo panorami di tastiere e synth ambient, un’atmosfera onirica, ipnotica e sottile, mai troppo invadente.

Impressioni sonore che confluiscono l’una nell’altra senza fare rumore, con estrema fluidità. Pure, è difficile ascoltare questo album senza ripensare ai vari Ummagumma, Atom Heart Mother e Dark Side of the Moon, dei quali si ritrovano qui le componenti più psichedeliche.

Harmonia – Deluxe (1975)

Questo disco è del 1975, ma potrebbe tranquillamente essere un disco del 1981. Gli Harmonia sono formati qui tra gli altri da Hans-Joachim Roedelius Dieter Moebius (entrambi già nei Cluster), Michael Rother (già membro dei Neu!), Mani Neumeier (già nei Guru-Guru).

La band propone un perfetto esempio di synthpop prima del tempo, mostrando precisamente come le musiche qui presenti influenzeranno negli anni a venire il suono di artisti come Depeche Mode e Gary Numan.

Solo la terza traccia, Monza (Rauf und Runter), si rifà ad una specie di hard rock post-psichedelico. Il resto è un trionfo di tastiere e ritmi quasi-dance, su musicalità parecchio orecchiabili. Il synthpop inglese era appena dietro l’angolo.

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Popol Vuh – Hosianna Mantra (1972)

Hosianna Mantra

Il disco dei Popol Vuh si presenta da subito come un album raffinato, dal carattere classicheggiante. Pianoforte, chitarra e voce creano un’atmosfera delicata, armoniosa, che se da una parte strizza l’occhio ai barocchismi del rock anni ’60, dall’altra richiama echi di Claude Debussy e Erik Satie, trovando anche spazio per alcuni passaggi psichedelici.