I 15 migliori biopic della settima arte

Condividi l'articolo

Girare un ottimo film biografico non è mai un’impresa facile, bisogna far attenzione a non dipingere il protagonista della storia perfetto ed immacolato. Occorre inoltre un attore che sappia reggere la scena e che regali al pubblico un interpretazione indimenticabile. Come si evince dal titolo, ho selezionato quindici pellicole che fanno parte di questa categoria, e non è stato facile. Li trovate in ordine di uscita.

Toro Scatenato di Martin Scorsese (1980)

I 15 migliori biopic della settima arte

Iniziamo parlando di Mr Scorsese e Mr De Niro insieme. La storia ripercorre la vita del pugile Jake LaMotta, un atleta italo-americano di New York. Il film è girato in bianco e nero e vede appunto Robert De Niro nel ruolo di LaMotta. Un vero e proprio capolavoro. Non si può non assegnare questo titolo ad un film unico che ha influenzato anche i film successivi. Partendo dalla regia, Scorsese è impeccabile, nelle scene degli incontri fa un lavoro perfetto con stacchi di primi piani veloci per simulare i colpi. La fotografia poi, dona una poesia che non ci si aspetta da un film sulla boxe. E veniamo agli attori: Robert De Niro è mostruoso, uno dei suoi lavori più alti, se non forse il migliore in assoluto, c’è poi Joe Pesci nella parte del fratello Joey LaMotta, Frank Vincent e Nicholas Colasanto. Otto nominatios agli Oscar del 1981, due portati a casa (Migliore Attore Protagonista per Robert De Niro e Miglior Montaggio). Non perdetevi il miglior film sulla boxe mai girato e non solo.

LEGGI ANCHE:  Quando De Niro salvò Martin Scorsese dalla cocaina e dal fallimento

The Elephant Man di David Lynch (1980)

I 15 migliori biopic della settima arte

Secondo lavoro di David Lynch, The Elephant Man racconta la vita Joseph Merrick, uomo vissuto nella Londra vittoriana divenuto famoso per le sue deformità presenti ovunque sul suo corpo. Il film mostra l’incontro tra Merrick ed il medico Frederick Treves, che lo incontra in un circo dove viene sfruttato per il suo aspetto come mostro e portando ricavi economici al proprietario senza scrupoli Bytes. Il titolo rimanda al soprannome dato a Merrick, uomo elefante, ottenuto a causa della sua malattia congenita: la Sindrome di Proteo, sconosciuta in quegli anni. In particolare viene sottolineato il rapporto medico-paziente, medico che per primo tratta l’uomo con umanità e non come se avesse davanti agli occhi una bestia. Lynch sceglie un bianco e nero che dona un’atmosfera di mistero. Nel ruolo di Joseph Merrick c’è John Hurt, che porta sul viso un trucco davvero realistico, ricordando anche che siamo nel 1980 con l’uscita del film. Nel ruolo del medico c’è Anthony Hopkins, di un talento innegabile anche prima del famosissimo Il Silenzio degli Innocenti. Lynch è sinonimo di qualità.