I 15 migliori biopic della settima arte

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I 15 migliori biopic della settima arte

You don’t know Jack – Il Dottor Morte di Barry Levinson (2010)

I 15 migliori biopic della settima arte

(scritto da Luca Varriale)

Il dottor Jack Kevorkian è stato un pioniere dell’eutanasia. Per tutta la sua vita ha lottato per il diritto al suicidio assistito, inventando una macchina in grado di aiutare persone affette da gravissime disabilità a suicidarsi, in modo da sottrarsi a sofferenze disumane ed inutili. La macchina inventata da Kevorkian si chiamava Mercy Tron, e contribuì, negli anni ’90, a praticare il primo caso di eutanasia negli Stati Uniti. La sua lotta lo portò ad inimicarsi una gran fetta dell’opinione pubblica e delle autorità statunitensi, portandolo in carcere con l’accusa di omicidio di secondo grado nel 1999. Da quel momento diventò per tutti il Dr. Morte. Da questa incredibile storia è stato tratto questo film diretto da Barry Levinson (Oscar per Rain Man) ed interpretato da un gigantesco Al Pacino. Parte del film è basato sul libro Between the Dying and the Dead: Dr Jack Kevorkian’s Life and the Battle to legalize Euthanasia, scritto da Neal Nicol, nel film interpretato da John Goodman, ruolo che ha portato il celebre attore a collezionare numerose nomination. Un Al Pacino maturo ci dona un’interpretazione solida caratterizzata da una sensibilità espressiva senza sbavature e libera da futile retorica. Un’interpretazione tanto potente da portare il grande attore a fare incetta di premi. Merito della pellicola è sicuramente quello di riportare una storia di denuncia, di un uomo che va controcorrente, su uno dei temi etici più caldi della contemporaneità. Levinson dirige un film elegante, con una regia che funge più da mezzo che da fine, vale a dire uno strumento da usare per scopi etici e politici. La sensibilità è la stessa con cui il regista dipinse la sindrome del savant in Rain Man, o gli abusi sui minori in Sleepers, o ancora, la crudeltà della guerra in Vietnam in Good Morning, Vietnam. Con You don’t know Jack, Levinson dimostra ancora una volta di essere in prima linea quando il cinema, l’etica e la politica si mescolano per porre allo spettatore domande importanti e scomode. Tale solidità viene rafforzata dalla presenza di grandi attori, in una fase della loro vita adatta ad affrontare temi simili. Convincenti e necessarie alla riuscita del film le performance di Susan Sarandon, John Goodman e Danny Huston. Pellicola meravigliosa, che apre la mente e porta lo spettatore a confrontarsi, volente o non volente, ad uno dei dilemmi più importanti del nostro secolo: quando la vita può essere ancora considerata tale?

Lincoln di Steven Spielberg (2012)

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Ci avviciniamo alla fine con il penultimo film selezionato, questa volta di Steven Spielberg. Ovviamente la pellicola si occupa del 16° Presidente degli Stati Uniti d’America: Abraham Lincoln. In particolare, l’opera di Spielberg si sofferma sugli ultimi mesi di vita dell’uomo. Siamo quindi nel 1895, avvicinandoci sempre più alle fasi finali della guerra di secessione americana, il Presidente non può non affrontare una questione più che delicata: l’abolizione dell’inumana schiavitù. Un pezzo di storia fondamentale per il futuro che oggi noi tutti conosciamo. La regia, con Spielberg al comando, è una garanzia. Decorata da una fotografia splendida, che illumina gli ambienti delle abitazioni con una delicata luce naturale, trasportandoci in quell’epoca, ormai lontana. Passiamo ora agli attori: nel ruolo del protagonista c’è Daniel Day-Lewis, noto per immergersi completamente nel ruolo, anche fuori dal set; nel ruolo della moglie compagna di una vita Mary Todd Lincoln c’è Sally Field, ed ancora Tommy Lee Jones, Joseph Gordon Levitt, David Strathairn, Hal Hoolbrok. Un vero e proprio viaggio nel tempo, data la cura precisa della struttura di questa pellicola. Un ottimo riscontro anche ai premi Oscar: ben 12 nominations, tra cui due premi vinti (Migliore Attore Protagonista a Daniel Day-Lewis e Migliore Scenografia).

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