I 10 Film Preferiti di David Lynch

Condividi l'articolo

Nel suo libro In acque profonde (Catching the Big Fish), David Lynch non parla solo di creatività e meditazione, come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa in occasione della sua apparizione al Lucca Film Festival, ma accenna anche alla rosa delle sue opere cinematografiche favorite. Ecco allora per voi la classifica dei film più amati dal regista di Mullholand Drive, così come è stata ricostruita tramite interviste e citazioni dirette.

8 ½ (1963)

8 e mezzo

Al primo posto il capolavoro italiano di Federico Fellini del 1963, per l’incredibile capacità del regista di realizzare con i film quello che solo i pittori astratti riescono a realizzare nei loro quadri: comunicare un’emozione senza mai spiegare o mostrare nulla direttamente, riuscendo nell’intento di creare una pura magia.

Considerata una delle migliori pellicole cinematografiche di tutti i tempi e fonte d’ispirazione per generazioni di registi,  è il racconto della crisi creativa ed esistenziale di Guido Anselmi (Marcello Mastroianni), regista affermato e di successo.

LEGGI ANCHE:  I 10 momenti più imbarazzanti del 2017

Racconto in parte autobiografico, il film si aggiudicò due Premi Oscar nel 1964 come Miglior film straniero e per i Migliori costumi, insieme ad innumerevoli riconoscimenti, come il Nastro d’Argento e la Grolla d’Oro a Fellini, e il premio della National Board of Review Award. La pellicola è inclusa tra i 100 film italiani da salvare.

Viale del Tramonto (1950)

Film Essential Sunset Boulevard

Il noir del 1950 diretto da Billy Wilder con William Holden, Gloria Swanson ed Erich von Stroheim è al secondo posto nella classifica di Lynch.

Apprezzato dalla critica fin dalle prime proiezioni, Viale del tramonto (Sunset Boulevard) ricevette 11 nomination agli Oscar, aggiudicandosi tre statuette. Il film è ancora oggi considerato uno dei migliori del cinema americano.

Sebbene molto diverso dallo stile felliniano, spiega Lynch, “Wilder riesce a raggiungere la stessa atmosfera astratta tramite i suoi trucchi stilistici e tecnici. La Hollywood qui rappresentata probabilmente non è mai esistita, ma Wilder ce lo fa credere e ci immerge totalmente in questa atmosfera, come in un sogno.”